Immigrati senza avvocati e senza interpreti. È caos all'ufficio Immigrazione della Questura di Bologna, dove da lunedì, per evitare il contagio, non è più consentito l'accesso agli avvocati, ma soltanto ai loro assistiti. Una situazione complicatissima per gli stranieri che hanno problemi con la lingua, i quali non riescono a confrontarsi con i funzionari, rendendo il percorso per portare a termine rinnovi o richieste di permesso di soggiorno, di asilo, oppure ricongiungimenti familiari in salita. «Oggi - secondo quanto ha raccontato ieri all'Ansa un avvocato - la mia assistita non ha capito bene cosa fare ed è stata rimandata a casa. Se fossi andato io probabilmente avremmo risolto. Ora invece dovrò fare una nuova richiesta di appuntamento e può passare molto tempo». L'ordine degli avvocati di Bologna, presieduto da Elisabetta D'Errico, ha avviato nei giorni scorsi un confronto coi vertici dell'ufficio e giovedì c'è stato un incontro con la responsabile, Maria Santoli, a cui sono state espresse le perplessità, anche su altre problematiche che, secondo i legali, vanno avanti da mesi. Dopo tale confronto, in attesa di ulteriori misure, l'accesso degli avvocati agli uffici è stato consentito per le pratiche più complesse.