Ancor di più adesso che i contagiati hanno superato la soglia psicologica dei 10000 in un giorno, è necessario dirlo: gli  italiani non sono cambiati. Sono quelli che pochi mesi fa venivano esaltati per la loro capacità di sottomettersi alle regole del lockdown con compostezza e senso di responsabilità. I medesimi che invece oggi con una torsione logica sospetta vengono additati per comportamenti non adeguati, mascherine non indossate, emergenza non compresa. Che insomma preparano la strada al padre di tutti i coprifuoco, quello di Natale. Di mezzo cè stata lestate della nostra follia. Ma davvero non ci sono altre responsabilità, altre sottovalutazioni, altre compiacenze? Neppure il Covid è cambiato. Qualcuno forse pensava che, mietute le sue vittime, ci avrebbe abbandonato. Con ritardo (colpevole) ci accorgiamo che non è così: è un predatore che morde e non ha pietà per nessuno, qualunque età abbia, di qualsiasi nazionalità sia. E infine neanche le risposte alla pandemia sono cambiate: decise sempre brandendo lo spadone dellemergenza. Ma non dovevamo convivere col virus? E la convivenza non è il contrario dellemergenza?Lalternativa sicurezza sanitaria/salvaguardia del lavoro è inaccettabile. Come pure è pericolosa e inammissibile lidea di un Paese come un vestito di Arlecchino, dove ciascun territorio e ciascuna autorità che lo sovrintende, fa a modo suo. È ovvio che non tutte le regioni sono allo stesso livello di contagio e dunque non è giusto applicare per tutte gli stessi criteri. Ma neppure è possibile che ciascun governatore, ciascun sindaco o perfino ciascun assessore abbia la sua ricetta e pretenda di metterla in atto.Se la coesione sociale viene strappata, i rischi diventano enormi. Per questo è necessario che governo e forze politiche, di maggioranza e opposizione, rifuggano dalla tentazione di strumentalizzare la pandemia a fini di raccolta di consenso a buon mercato. Se occorrono nuove restrizioni, fino ad emulare i divieti parigini, daccordo. Però il blocco deve servire per interventi tali da scongiurare nuovi stop: altrimenti il Paese si schianta. È indispensabile che il sistema sanitario venga messo in condizione di affrontare la sfida più difficile di sempre. Se per farlo servono i fondi del Mes prendiamoli e presto. Il debito buono indicato da Mario Draghi deve favorire gli investimenti e la crescita: non accontentare a pioggia gli amici degli amici. In tutto questo una riforma resta essenziale, quella della giustizia. È a costo zero. Muoviamoci, please.