Arriva in Parlamento la vicenda rivelata da Il Dubbio sulla circolare sul 41 bis riguardante le sentenze della Corte costituzionale e della Cassazione da applicare in ambito penitenziario ai detenuti sottoposti a quel regime speciale. Una circolare, a firma del direttore generale Turrini Vita, clamorosamente revocato dopo appena due giorni dal capo del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria (Dap) Bernardo Petralia e dal vice- capo Roberto Tartaglia.

Parliamo dell’interrogazione parlamentare rivolta al ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, e posta dal deputato Roberto Giachetti di Italia Viva, uno dei pochi parlamentari sempre attenti alla questione penitenziaria. Non a caso Giachetti è anche iscritto al Partito Radicale, ed è proprio Rita Bernardini – presidente dell’associazione radicale “Nessuno Tocchi Caino” – a esprimere grosse perplessità sulla revoca della circolare. «La circolare emanata - spiega Bernardini – è indice di buona amministrazione, mentre trovo censurabile il suo ritiro in quanto essa è volta al rispetto di principi costituzionali oggetto di sentenze delle corti superiori a cui l'amministrazione è tenuta ad uniformarsi». Non solo, la dirigente radicale spiega a Il Dubbio che il Servizio Reclami giurisdizionali - dove appunto la circolare revocata ordinava alle direzioni di non rivolgersi per quanto riguarda le ordinanze scaturite dalla sentenza della Consulta - fa capo al direttore generale detenuti e trattamento. «Quindi non solo è lecita – sottolinea sempre Bernardini -, ma teoricamente non si potrebbe nemmeno revocare a firma del capo del Dap visto che non è di sua competenza».

Roberto Giachetti, nell’interrogazione parlamentare rivolto al guardasigilli, spiega che il 10 ottobre il quotidiano Il Dubbio ha pubblicato un articolo in cui si dà notizia di questa, oramai “famigerata”, circolare del Dap sul 41- bis.

Emanata il 29 settembre 2020 a firma dal direttore generale detenuti e trattamento, Turrini Vita, com’è detto viene revocata dopo 2 giorni dal capo del Dap Bernardo Petralia e dal vice- capo Roberto Tartaglia. Sempre Giachetti spiega che la circolare aveva come oggetto i “reclami giurisdizionali ( articolo 35- bis OP)” e comunicava l'orientamento assunto dai magistrati di sorveglianza a seguito dei rilevanti interventi della Corte costituzionale e della Corte di Cassazione sul 41- bis. Nel dettaglio, la circolare chiedeva ai direttori degli istituti di Sassari, Cuneo, L'Aquila, Novara, Parma, Spoleto, Terni, Tolmezzo, Viterbo, Milano Opera, Roma Rebibbia e ai provveditori relativi di conformare l'azione amministrativa ai princìpi e alle ordinanze di accoglimento dei reclami dei detenuti da parte della magistratura di sorveglianza in materia di cottura dei cibi ( sentenza Corte costituzionale del 26 settembre 2018 n. 186), di eliminazione del divieto di scambio di oggetti tra detenuti appartenenti allo stesso gruppo di socialità ( sentenza Corte costituzionale del 5 maggio 2020 n. 97), di eliminazione delle limitazioni alla permanenza all'aria aperta ad una sola ora e di annullamento di sanzioni disciplinari inflitte per condotte consistenti in meri scambi di saluto tra detenuti come motivato da diverse sentenze della Cassazione.

«Ad avviso dell'interrogante – dice Giachetti al ministro -, la suddetta circolare è indice di buona amministrazione, mentre è censurabile la revoca della suddetta circolare da parte del capo e del vice- capo del Dap, in quanto essa è volta al rispetto di princìpi costituzionali oggetto di sentenze delle corti superiori a cui l'amministrazione è obbligata ad uniformarsi».

Chiede quindi a Bonafede «quali siano i motivi che hanno portato alla revoca della suddetta circolare e se ritenga di dover adottare provvedimenti in relazione al comportamento del dottor Bernardo Petralia e del dottor Roberto Tartaglia, che hanno disposto tale revoca». E infine chiede «cosa intenda fare per uniformare l'azione dell'amministrazione penitenziaria ai princìpi richiamati in premessa oggetto di intervento della Corte costituzionale e della Corte di Cassazione».