E ormai evidente che questi ultimi giorni di campagna elettorale si giocheranno sulla scuola. Da una parte cè l'opposizione che scommette sul fallimento del governo e della ministra Azzolina; dallaltro cè invece il pericoloso azzardo del governo che ha deciso di raccogliere la sfida lanciata da Salvini e Meloni forzando la riapertura nonostante il grave ritardo di gran parte degli istituti e gli appelli sempre più preoccupati di presidi e dirigenti scolastici.E in questo senso la conferenza del premier Conte e dei suoi ministri, schierati come i quattro dellAve Maria nel cortile di palazzo Chigi, è stata una  manifestazione di mera propaganda. Il presidente del Consiglio ha snocciolato cifre e numeri come un piazzista qualsiasi cercando di vendere il suo prodotto politico alle centinaia di migliaia di italiani che tra qualche giorno andranno a votare per le regionali ed il referendum sul taglio dei parlamentari. Certo, è vero: queste elezioni potrebbero cambiare le sorti del governo e dello stesso Conte, ma questo giustifica solo in parte lo scivolamento demagogico del premier. Conte pare aver dimenticato che in ballo c'è una cosa più importante della sua poltrona: il diritto allo studio degli studenti e il diritto alla salute di insegnanti e genitori. Un errore di strabismo che uno statista non dovrebbe compiere.  Il presidente del Consiglio avrebbe dovuto sgombrare il campo e sottrarre un tema delicatissimo come la scuola dallagone elettorale, e invece ha mostrato il fianco alle opposizioni consegnando la preda alla macchina propagandistica di Meloni e Salvini. Avrebbe dovuto accogliere le preoccupazioni di presidi, insegnanti e genitori - di coloro che vivono quotidianamente le miserie della nostra scuola - e programmare un rientro più responsabile. La pandemia, infatti, é ben lontana dalla fine del suo ciclo vitale e il virus è talmente subdolo che solo tra due settimane vedremo gli effetti dei contagi di questi giorni. Insomma, la situazione è più seria e drammatica di quanto appaia. Lo sa bene la Francia la cui curva dei contagi, da quando Macron ha deciso di riaprire le scuole, sfiora costantemente le 10mila unità al giorno.Per questo il governo avrebbe dovuto agire con la stessa cautela e la stessa responsabilità dimostrata nei mesi drammatici del Covid. Invece Conte ha deciso di accettare la sfida di Salvini, il quale peraltro non ha nulla da perdere. Ma chi accetta questo genere di sfide deve essere pronto a pagarne le conseguenze politiche. Perché quelle stesse centinaia di migliaia di italiani che la prossima settimana andranno alle urne, un giorno gli presenterà il conto.