Se fosse vera la motivazione efficientista e moraleggiante della riforma fortemente riduttrice dei seggi parlamentari, chi l’ha imposta agli alleati di turno come condizione per governare insieme dovrebbe volerne anche l’immediata applicazione. Dovrebbe cioè reclamare, una volta vinta la partita referendaria del 20 settembre, lo scioglimento anticipato delle Camere e l’elezione delle nuove. O, in mancanza delle necessarie compensazioni su regolamenti, legge elettorale e altro, avrebbe dovuto promuovere una riforma combinata e subito spendibile. Invece i grillini vogliono la riduzione dei seggi parlamentari per il futuro e ora lo sfruttamento massimo dell’attuale Parlamento, arrivato a metà del suo mandato quinquennale.

E ciò solo perché in queste Camere essi godono di una maggioranza di seggi impensabile nelle nuove, visto il sostanziale dimezzamento dei loro voti del 2018 verificatosi in ogni appuntamento successivo con le urne. Questo è opportunismo, che spero non venga adesso supportato dalla strumentalizzazione anti- casta o anti- parlamentarista cui si presta la disonorevole vicenda dei bonus epidemici usati anche da alcuni deputati spero non destinati all’anonimato.