Una una contrazione «senza precedenti». Così l'stat certifica il crollo del Pil nel secondo trimestre del 2020: - 12,4% congiunturale cioè rispetto al I trimestre, e  - 17,3% in termini tendenziali cioè rispetto al II trimestre del 2019. È questo il conto salato della pandemia. L’Istat infatti spiega che il calo del Pil è il frutto del «pieno dispiegarsi degli effetti economici dell’emergenza sanitaria e delle misure di contenimento adottate» e «si colloca all’interno di un contesto internazionale dove le principali economie registrano riduzioni di analoga portata a causa del diffondersi della pandemia». È l valore più basso dal primo trimestre 1995, periodo di inizio dell’attuale serie storica. L’Istat segnala che il secondo trimestre del 2020 ha avuto una giornata lavorativa in meno sia rispetto al trimestre precedente sia nei confronti del secondo trimestre del 2019. La variazione congiunturale del Pil del II trimestre «è la sintesi di una diminuzione del valore aggiunto in tutti i comparti produttivi, dall’agricoltura, silvicoltura e pesca, all’industria, al complesso dei servizi». Dal lato della domanda, vi è un contributo negativo sia della componente nazionale (al lordo delle scorte), sia della componente estera netta.