PHOTO
Il Senato, con 170 voti favorevoli, 4 contrari e 133 astenuti, ha dato il via libera al terzo scostamento di bilancio dall’inizio dell’emergenza causata dalla pandemia di coronavirus e ha approvato il Piano nazionale di riforme presentato dalla maggioranza. Il cosiddetto decreto “Agosto”, che il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, ha annunciato sarà varato la prossima settimana, avrà dote 25 miliardi di euro, che si aggiungono ai 20 miliardi del decreto “Cura Italia” e ai 55 miliardi del decreto “Rilancio”, per un totale di 100 miliardi di euro con i quali il governo ha deciso di aumentare il deficit pubblico. Il nuovo scostamento di bilancio, ha spiegato Gualtieri nel corso dell’informativa a palazzo Madama, servirà per rimodulare i versamenti fiscali previsti per settembre, “riducendo significativamente l’onere per i contribuenti nel 2020”. Il deficit aggiuntivo, secondo le intenzioni del titolare di via XX settembre, servirà ad alimentare le casse degli enti locali, a finanziare la proroga dello stop ai licenziamenti e la cassa integrazione in deroga e a fornire le risorse necessarie all’avvio del nuovo anno scolastico, previsto per il 14 settembre come da ordinanza del ministro dell’Istruzione. Tra i provvedimenti più importanti «verrà prorogata la moratoria sui mutui in scadenza a settembre”, ha detto Gualtieri. Nel piano del governo potrebbero confluire anche le misure sulla proroga degli ammortizzatori sociali e per l’introduzione di meccanismi di incentivi alle assunzioni e di decontribuzione. Il centrodestra unito, dopo un chiarimento tra Forza Italia, Fratelli d’Italia e la Lega avvenuto ieri nel primo pomeriggio, ha deciso di astenersi dal voto. La decisione è stata presa dopo una lettera scritta a sei mani da Silvio Berlusconi, Giorgia Meloni e Matteo Salvini e pubblicata ieri sul Sole 24 Ore. Nella missiva, tradotta poi in una risoluzione presentata in Senato, i tre leader avevano chiesto un piano complessivo per diminuire la pressione fiscale, a partire dall’introduzione della flat tax. “Non consentiremo che il denaro dei nostri figli sia sperperato in operazioni assistenziali o addirittura clientelari mentre il Paese soffre - hanno scritto Berlusconi, meloni e Salvini - al governo si chiede la disponibilità ad accogliere le proposte che il centrodestra avanza su fisco, lavoro e giustizia sociale”. Nell’elenco degli impegni che il governo avrebbe dovuto impegnarsi ad assumere per ottenere il voto favorevole da parte delle opposizioni c’erano anche l’autonomia differenziata, la riduzione dei tempi dei processi, la reintroduzione dei voucher e un mercato del lavoro più flessibile e un piano di politiche per la famiglia. “L’atteggiamento di apertura del quale parla il governo in realtà non è tale - ha spiegato Nicola Calandrini, senatore di Fratelli d’Italia, annunciando l’astensione del proprio gruppo sullo scostamento di bilancio e il voto contrario sul piano nazionale di riforme - Avremmo dovuto votare contro la richiesta di nuovo deficit, ma per senso dello Stato e per responsabilità verso il Paese, non lo faremo”. Durante la discussione in Aula Forza Italia, per bocca di Lucio Malan, ha specificato di aver apprezzato alcune aperture annunciate dal ministro Gualtieri, come un passaggio di attenzione riguardo alla lettera pubblicata dal Sole, ma di astenersi per “tendere una mano agli italiani in difficoltà”. Ma la coalizione di governo già nelle ore precedenti al voto sembrava contare sulla maggioranza assoluta necessaria all’approvazione dello scostamento di bilancio, potendo contare sui voti di Pd, M5s, Italia Viva, Leu, una parte del Misto e il gruppo Autonomie. Okay dell'Aula anche al piano nazionale di riforme con 169 sì e 137 no.