Matteo Salvini è stretto da due paradossi. Primo. I suoi amici della destra europea accusano l’UE di generosità eccessiva verso l’Italia. Lui la accusa di indegna avarizia. Secondo paradosso. Il fronte europeo rigorista detestato da Salvini usa contro l’Italia argomenti che gli dovrebbero essere familiari perché sono nel DNA della Lega e sono stati usati ancora nel 2018 dai promotori più accesi del referendum per l’autonomia di Lombardia e Veneto.

Semplicemente, in questi argomenti, basta sostituire la parola italiani con meridionali. Esempi? «Noi lavoriamo e gli italiani ( i meridionali) vogliono sussidi a nostre spese». «Noi siamo seri e gli italiani ( i meridionali) imbrogliano». «Gli italiani ( i meridionali) hanno da sempre una mentalità non trasparente, mafiosa e clientelare». «Viva la Germania ( la Padania), maledette le élite che per una utopia unitaria ci hanno portato gli italiani ( i meridionali) in casa». Non è politically correct ricordarlo a un neofita del patriottismo e del tricolore. Ma la Lega è nata, ed è ancora oggi radicata nel Nord partendo dagli stereotipi contro i meridionali che la destra europea usa oggi contro gli italiani ( e contro il Sud del continente).