Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, non e' soddisfatto delle proposte di transazione di Atlantia, cioe' della famiglia Benetton, per il nuovo assetto di Aspi, cioe' di Autostrade per l'Italia. "Per nulla - spiega a "Il Fatto Quotidiano" -, due anni fa, dopo il crollo del ponte Morandi, abbiamo avviato la procedura di contestazione, mettendo in discussione la concessione ad Aspi. La mia sensazione e' che Autostrade, forte dei vantaggi conseguiti nel tempo e di una concessione irragionevolmente rinforzata da un intervento legislativo, abbia scommesso sulla debolezza dei pubblici poteri nella tutela dei beni pubblici. A un certo punto Aspi si e' irrigidita confidando, evidentemente, nella caduta del mio primo governo". "Con questo nuovo governo - continua - si e' convinta di avere forse delle carte da giocare e ha continuato a resistere. Solo all'ultimo si e' orientata per una soluzione transattiva. La verita' e' che le varie proposte transattive fatte pervenire da Aspi non sono soddisfacenti. Lo Stato ha il dovere di valutarle per lo scrupolo di tutelare l'interesse pubblico nel migliore dei modi possibili. Ma adesso dobbiamo chiudere il dossier ed evitare il protrarsi di ulteriori incertezze". Ma l'ultima proposta sembra migliorativa per lo Stato. "No. Proprio al fine di completare il procedimento, il 9 luglio si e' svolta una riunione tecnica con il concessionario Aspi: li i tecnici del governo hanno esposto i contenuti minimi e assolutamente inderogabili che devono caratterizzare la proposta transattiva perche' possa essere portata e discussa in Consiglio dei ministri. E sabato e' arrivata una risposta ampiamente insoddisfacente, per non dire imbarazzante: tutto meno che un'accettazione piena e incondizionata delle richieste del governo".

Padoan: "La proposta di autostrade è giusta. Vedo troppa emotività e troppa politica..."

E' chiaro che questa vicenda è intrisa di molte emotività, c'è anche molta politica così come dimostra anche l'intervista del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte". A sottolinearlo l'ex ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, che intervenendo ad Agorà, su Rai3, sul dossier Autostrade e sulle parole del premier Giuseppe Conte, sottolinea "un elemento politico" sulla questione Autostrade. "Ed io capisco benissimo la posizione che uno Stato non può mai realizzare una società con chi è in qualche modo responsabile di questa disgrazia: capisco benissimo il punto" afferma Padoan che evidenzia però che "astraendosi da questo fatto, se è possibile astrarsi, bisogna valutare la proposta che è una proposta giusta e magari migliorabile in qualche punto".

Il rischio deafault

E' di 19 miliardi l'effetto default che l'eventuale revoca della concessione di autostrade potrebbe provocare: circa 10 miliardi sono i debiti che la mancanza di risorse dovuta alla riduzione della penale prevista dal Milleproroghe avrebbe su Autostrade per l'Italia mentre circa 9 miliardi sarebbe l'impatto a cascata su Atlantia. Si tratta di importi in gran parte detenuti da investitori istituzionali e grandi istituzioni finanziarie italiane ed europee, oltre che - per 750 milioni - relativi ad un prestito obbligazionario retail Aspi detenuto da 17.000 piccoli risparmiatori. Si spiega così dal punto di vista tecnico finanziario- con l'ipotesi di revoca oggi rilanciata dall'intervista del premier giuseppe Conti a Il Fatto Quotidiano e l'impatto pavanetato dallo stesso amministratore delegato di Atlantia Carlo Bertazzo in una intervista a Repubblica - l'andamento in borsa del titolo Atlantia e il peggioramento registrato anche da alcun bond.