La Lombardia è uno dei quattro motori d’Europa con un sistema imprenditoriale solido, innovativo e fortemente internazionalizzato. L’improvviso attacco del Coronavirus, di cui nessuno ad esclusione della Cina sapeva nulla e la sua impensabile esplosione hanno rovinato l’immagine idilliaca di una tra le aree democratiche ed economiche più importanti del mondo. Oggi l’emergenza sembra sotto controllo e, stando ai numeri forniti dagli esperti, il tasso di contagio è inferiore a 1. Il nostro Paese sa che il virus non è pienamente sconfitto e che, pur circolando di meno, è “ancora là fuori” pronto a rialzare la testa. Ma di Covid- 19, apparentemente, non si muore più neppure in Lombardia, il territorio che ha maggiormente subito le conseguenze dell’epidemia sia in termini di vittime che di restrizioni durante la Fase 2. Ciò che i cittadini sono chiamati a vivere adesso è un periodo, più o meno indefinito, di convivenza con il virus. Una convivenza che deve avanzare di pari passo con la ripresa economica su cui temporeggiare non è più possibile. Troppi ricorsi alla cassa integrazione, troppi licenziamenti, troppe imprese in sofferenza e troppe attività commerciali e cantieri ancora chiusi. La Lombardia ha già presentato una sorta di Piano Marshall da 3 miliardi di cui oltre 500 milioni messi subito a disposizione di Comuni e Province per la messa in moto dell’economia locale oltre ad aver attuato la sospensione delle tasse regionali fino al 30 settembre con pagamento senza interessi da versare entro il 31 ottobre.

Ma il primo cittadino Beppe Sala è preoccupato e afferma che Milano avrà bisogno realisticamente di due o tre anni per riprendersi e tornare il modello di città a cui eravamo abituati prima della pandemia. Nel 2014, anno prima dell’Expo, Milano contava circa 5 milioni di turisti. L’anno scorso aveva superato i 10 milioni. Quest’anno se riuscirà a contarne complessivamente 1 milione sarà già tanto. Tutto quello che è stato costruito negli anni è andato perso e ci vorrà del tempo per ricrearlo. La pandemia sanitaria e il lungo periodo di quarantena forzata hanno generato una crisi economica e sociale profondissima. Le aziende, costrette a trovare un giusto equilibrio tra domanda e offerta ed essendo la domanda in vertiginosa discesa in Italia e nel mondo, puntano a ridurre i costi allungando i tempi del conto finale con sussidi e aiuti. Ma prima o dopo il conto i lavoratori dipendenti lo pagheranno a caro prezzo. La Corneliani, storica azienda di abiti formali da uomo con sede a Mantova, è tra le prime vittime illustri nel settore manufatturiero. Mille lavoratori in tutto il mondo, di cui 550 tra le sedi di Milano e Mantova, rischiano la perdita del posto di lavoro per la crisi dichiarata dagli azionisti alla fine del lockdown. Il marchio è una delle tante eccellenze del Made in Italy e dell’export italiano e rischia di scomparire già nella Fase 3. Così pure il presidente del Radiotaxi più importante di Milano, Emilio Boccalini, grida aiuto per attirare l’attenzione sulla categoria. I trend sul numero percentuale di clienti si attestano intorno al 25% rispetto ai livelli pre- emergenza sanitaria segnando una crisi davvero nera per il comparto. Neppure risalendo intorno al 50% i tassisti riuscirebbero a rendere sostenibile il gap provocato dalla paralisi imposta dalla quarantena.

In questo scenario, non sempre roseo, l’estate della pandemia 2020 apre i battenti. La metropoli lombarda ha voglia di normalità e prova a ripartire ripristinando innanzitutto gli appuntamenti culturali. I musei della città si sono prontamente adeguati alle misure di sicurezza anti Covid- 19 con mostre prorogate, nuovi orari di apertura e prenotazioni obbligatorie online. La Pinacoteca di Brera, il MUDEC Museo delle Culture e il Museo del Design della Triennale offrono l’ingresso gratuito ai visitatori per tutti i mesi estivi e il Duomo torna ad ospitare momenti musicali con 3 concerti già programmati nel mese di luglio. Ma il vero obiettivo degli amministratori comunali è puntare a moltiplicare gli incontri all’aperto, tra arte, musica, cinema e teatro con l’ottava edizione dell’Estate Sforzesca appena inaugurata nel suggestivo Cortile delle Armi del Castello. Anche le giornate estive trascorse al Parco dell’Idroscalo stanno per essere restituite ai cittadini milanesi costretti a trascorrere buona parte dell’estate in città. All’ingresso verrà misurata la febbre e fornita una mascherina nel caso se ne sia sprovvisti e, a cadenza quotidiana, gli ambienti verranno sanificati e le entrate saranno sempre contingentate per evitare assembramenti. Il parco è da diversi anni uno dei punti di ritrovo più amati di Milano con le sue molteplici attività sportive: corsi di ippoterapia, canottaggio, motonautica, wakeboard, skateboard, parkour e da quest’anno anche surf cavalcando le onde su una vera tavola nella speciale piscina che offre l’onda statica più grande d’Europa.

Milano si prepara a vivere l’estate della pandemia con la tempra di sempre: incerottata ma battagliera e vogliosa di riscatto.