Non è solo la conferma della legge dantesca del contrappasso quella che ha punito Djokovic Lo Sbruffone, campione di tennis ma irresponsabile come l'ultimo dei novax. E infatti così lo hanno soprannominato in Serbia, Novak è stato ribattezzato "Novax Djokovid". Ha organizzato un torneo dichiarando urbi et orbi che lui il vaccino obbligatorio anti Covid non se lo sarebbe fatto e via con l'Adria Tour, partite, spalti smascherati, baci e abbracci, discoteche, ricchi premi e cotillons. Ora il torneo Atp di agosto può saltare, a Belgrado lo strozzerebbero, si sono ammalati in tanti , lui e moglie compresi. Ha dovuto chiedere scusa, una figura galattica di m., perché si presuppone che i campioni del mondo diano l'esempio, siano coscienti di essere un simbolo soprattutto per i giovani che hanno proprio quei vizietti lì, sbruffoncelli, spacconi e incoscienti. Sono gli stessi che festeggiano la vittoria della squadra preferita in piazza tutti appiccicati o che organizzano feste di matrimoni senza precauzioni come se il virus non esistesse, ammaliati dal focolaio dell'amore. Insomma, Djokovic  è uno di noi,  senza distanza e mascherina, senza manco essere campioni, ma attirati a rete e infilzati da un malrovescio lungo linea. Djoko, partita, incontro. E quarantena. Aridatece Federer.