Onorevole Molinari, perchè dopo il suo intervento la Lega ha lasciato l’Aula, senza ascoltare Conte?

Perchè per l’ennesima volta abbiamo assistito a un cambio di ordine del giorno della seduta. Conte doveva fare delle comunicazioni in vista del Consiglio europeo, ottenendo un atto di indirizzo del Parlamento. Invece, di nuovo, per evitare il voto quella del premier si è tramutata in una informativa. Il fatto che nella seduta del Consiglio europeo non ci saranno determinazioni conclusive non giustifica la scelta, che è solo un modo per evitare lo scontro in maggioranza sul Mes. Eppure, ci sono ministri che parlano come se il Mes fosse già stato accettato senza un voto in Parlamento. Questo non è tollerabile e abbiamo abbandonato l’Aula per dare un segnale politico.

Come opposizione avete rifiutato l’invito anche agli Stati generali.

Sì perchè, se si voleva la condivisione con le opposizioni sul decreto Rilancio, bisognava incontrarle prima che le misure entrassero in vigore. Chiedere un parere a decreto già fatto, infrangendo la promessa di una condivisione fatta in approvazione del Cura Italia, non è serio.

Quindi la richiesta di unità nazionale di Conte è solo formalità politica?

Parlano i fatti. Chiamare le opposizioni a decisioni già prese e non accogliere mai nessuna proposta in Commissione non genera un clima di collaborazione. Sul decreto economico avevamo avanzato proposte nel merito, ma la maggioranza deve sapere che, se si vuole condivisone, bisogna essere disposti a trattare.

Attualmente il tema è l’accettazione delle risorse europee. Siete favorevoli a ricorrere al Recovery Fund?

Sicuramente è meglio del Mes. Prima, però, va capito come viene scritto. Conte ne parla come se i soldi ci fossero già, ma il Consiglio europeo non ha ancora chiuso l’accordo sulle cifre. Dalle bozze si evince che una parte del fondo sarà di titoli garantiti dal bilancio europeo e assegnati sulla base di assi di intervento, una parte invece sarà in forma di prestito e quindi simile al Mes. Sicuramente il Recovery Fund è un timido passo avanti verso la condivisione delle responsabilità tra paesi membri, ma non è lo strumento salvifico che viene descritto: le linee di finanziamento comporteranno un aumento del gettito di contribuzione dell’Italia al bilancio europeo, con un salto da 16 miliardi a circa 36, inoltre l’accesso al fondo è condizionato alle riforme accettate. Ecco, forse bisogna prima chiederci se siamo proprio sicuri che i fondi del Recovery Fund ci servano, visto che per ottenere questi soldi vincolati dovremo incrementare il bilancio europeo.

Quale altra soluzione esisterebbe?

Quella di far agire strutturalmente la Bce come la Fed americana: attualmente l’Italia ha una alta credibilità sui mercati, ha emesso 14 miliardi di titoli con una domanda di 100 miliardi e questo è avvenuto perchè la Bce ha fatto un piano di acquisto straordinario. Così, i tassi di interesse sui titoli di stato rimangono bassi e ci si protegge dalla speculazione.

La Lega come spenderebbe le eventuali risorse europee in arrivo?

Le dico come spenderemmo prima di tutto i 55 miliardi del decreto rilancio. Siamo d’accordo con il governo nel mettere fondi per la cassa integrazione. Ma tutto il resto deve essere speso per aiutare le partite iva: aumentare la flat tax, oppure cancellare del tutto le prossime scadenze fiscali, come chiede Confindustria. Dobbiamo mettere le aziende in condizione di lavorare e i microbonus non servono a niente, in termini di risultati.

Dall’opposizione, ritiene che questo governo reggerà l’urto dei prossimi mesi?

Il voto sul Mes sarà il momento cruciale, soprattutto per i 5 Stelle. Se i grillini cederanno su quello, avranno una ulteriore perdita di consenso rispetto al loro elettorato. Io ritengo che il Movimento alla fine dovrà accodarsi al Pd, anche accettando il rischio di una scissione interna, perchè il rischio di perdere il potere è troppo alto. In ogni caso, Forza Italia sicuramente appoggerà il governo e dunque il Mes passerà, anche a costo della formazione di una maggioranza alternativa.

E non incrina i rapporti nel centrodestra?

Le posizioni in Europa di Fi sono note da sempre. Del resto, nella nostra alleanza, convivono posizioni diverse su temi importanti. Pensi, per esempio, alla posizione della Lega, convinta autonomista, rispetto a quella di Fratelli d’Italia sulla struttura dello stato. Forza Italia fa parte del Ppe ed è nella maggioranza che guida la commissione, quindi non mi stupisce la posizione sul Mes. E’ chiaro però che, se un domani torneremo insieme al governo, bisognerà individuare un equilibrio dentro la coalizione, sulla base dei rapporti di forza interni.