Dopo il giorno horribilis al suo ministero e una serata passata a palazzo Chigi, il ministro degli Affari regionali Francesco Boccia è costretto a battere in ritirata. Alla fine del colloquio con Conte, la conclusione è che gli assistenti civici «non avranno incarichi di pubblico servizio», dunque la carica dei 60mila dovrà muoversi in paletti molto limitati. E, anche così, l'iniziativa continua a non piacere a larghi pezzi di maggioranza, soprattutto sul fronte grillino. Boccia, però, non ci sta a passare per quello delle "fughe in avanti", come l'hanno bollato i 5 Stelle, nè come il ministro che pesta i piedi ai colleghi. Così sceglie la potenza di fuoco di colloqui pubblicati sui tre prinicipali quotidiani, Corriere della Sera, Stampa e Repubblica, per dare la sua versione dei fatti. La sua, infatti, non sarebbe stata una trovata estemporanea ma una misura illustrata per tempo e con dovizia di particolari alla Confereza Stato-Regioni. «Ma quali ronde, quali guardiani - ha esclamato Boccia nelle parole riportate dal Corriere della Sera - non sono ispettori, ma volontari che regalano sedici ore settimanali alla loro città». La versione del ministro, sui tre quotidiani che registrano le sue considerazioni fuori da Palazzo Chigi, è che «liniziativa sia stata strumentalizzata», che era nota perché era stata annunciata a fine aprile» nella conferenza Stato-Regioni. Poi Boccia va all'attacco: «Perché nessuno si è indignato quando abbiamo mandato mille operatori socio-sanitari volontari nelle carceri?», domanda adesso. «Ho sentito parlare di fughe in avanti. Non ne ho mai fatte in vita mia e non ne farò adesso: la questione della pubblica sicurezza non cè mai stata». In strada e nelle piazze il compito e la funzione degli assistenti si sarebbe limitata al controllo del »distanziamento sociale. Alle persone che daranno una mano per contare che non entrino in troppi in un parco o in una chiesa. Si tratterà di volontari della Protezione civile e sapete perché ora mancano? Perché con la fine del lockdown, quelli che ci sono stati finora sono dovuti tornare al lavoro«.