Il peggio sembra essere passato. O almeno questo lasciano intendere i numeri, che raccontano livelli di contagio simili a quelli del 26 marzo. Con una forte e importante differenza: una riduzione drastica del carico su ospedali e terapie intensive. Il bollettino diffuso dalla Protezione civile oggi, quando il totale delle persone che hanno contratto il virus è ormai arrivato a 228.658, mostra un incremento, rispetto a ieri, di 652 nuovi casi, per un totale di attualmente positivi di 59.322 persone. La decrescita, rispetto a ieri, è dunque di 1.638 casi. Tra gli attualmente positivi, 595 sono in cura presso le terapie intensive, ovvero 45 pazienti in meno rispetto a ieri, mentre 8.957 persone sono ricoverate con sintomi, con una diminuzione di 312 persone in 24 ore. Il 26 marzo, quando ad essere malate erano circa 60mila persone malate, ad essere ricoverato in terapia intensiva era il 5,8%, il 39,9 era ricoverato con sintomi e il 54% era in isolamento domiciliare. Oggi, invece,  si trova in terapia intensiva l'1% dei pazienti e il 15% in ricovero ospedaliero, mentre l'84% dei positivi - 49.770 persone - si trova in isolamento domiciliare  senza sintomi o con sintomi lievi. Rispetto a ieri i deceduti sono 130, per un totale di 32.616 vittime. Il numero complessivo dei dimessi e guariti sale invece a 136.720, con un incremento di 2.160 persone rispetto a ieri. Nel dettaglio, i casi attualmente positivi sono 25.933 in Lombardia, 8.452 in Piemonte, 4.730 in Emilia-Romagna, 3.023 in Veneto, 1.786 in Toscana, 1.908 in Liguria, 3.635 nel Lazio, 1.768 nelle Marche, 1.292 in Campania, 1.838 in Puglia, 607 nella Provincia autonoma di Trento, 1.519 in Sicilia, 485 in Friuli Venezia Giulia, 1.179 in Abruzzo, 224 nella Provincia autonoma di Bolzano, 59 in Umbria, 306 in Sardegna, 43 in Valle dAosta, 302 in Calabria, 184 in Molise e 49 in Basilicata.