Anna Laura Orrico, sottosegretaria M5S ai Beni culturali, è soddisfatta dei 5 miliardi destinati a turismo e cultura inseriti nel decreto Rilancio.

Ma siamo sicuri siano sufficienti a salvare due dei comparti economici più importanti per il Paese?

Sono una cifra congrua, stanziata forzando l’ideologia dell’austerità che abbiamo messo in discussione a Bruxelles. Abbiamo stanziato 5 miliardi per interventi nel settore, divisi tra 4 miliardi per il turismo e 1 per la cultura. Con 2,4 miliardi di euro in tax credit e il bonus vacanze, fino a 500 euro per chi fa vacanze in Italia, diamo un segnale. Usciamo dalla crisi con misure anticicliche.

Quanti lavoratori rischiano il posto di lavoro?

Abbiamo proibito i licenziamenti, approvato misure come la cassa integrazione in deroga. Se qualcuno è rimasto fuori, nelle pieghe dei decreti, lo abbiamo assistito con misure di emergenza.

Vi eravate dimenticati di loro nella prima parte dell'emergenza?

Mai. Esistono troppi casi, perché la legislazione è spesso bizantina, ma anche perché c’è chi elude. Il reddito di emergenza copre addirittura chi lavorava in nero.

Il ministro Franceschini ha chiesto all'Europa di bandire «accordi bilaterali o concorrenza» sul turismo. C'è il concreto rischio, come sostiene buona parte delle opposizioni, che gli altri Paesi Ue ci rubino fette di mercato turistico a causa di una ripartenza rallentata?

Contro la concorrenza sleale, siamo stati chiari. La verità è che molte località turistiche italiane - penso alle località balneari del Mezzogiorno e ai borghi e alle città d’arte del Centro e anche del Nord -, hanno bassissimi livelli di diffusione del Covid19, fra i valori più bassi in Europa. Questa verità, che dà fastidio a molti, la promuoveremo con azioni di marketing, che abbiamo finanziato.

Come andremo al mare tra qualche mese? È davvero possibile seguire norme di distanziamento al mare?

Le notizie balzate sui giornali non rappresentano una direttiva del governo. Parliamo di ciò che sappiamo. C’è la volontà di far fare le vacanze in Italia agli italiani, sia per godere delle bellezze del territorio, che per sostenere la filiera. Sono state assunte importanti iniziative a riguardo. È ovvio che ci vuole buon senso da parte degli italiani. Evitiamo di saturare le località di villeggiatura normalmente prese d’assalto, si opti per il turismo di prossimità, per borghi e piccoli centri. È un tema che mi sta a cuore. Sfruttiamo il coronavirus per promuovere anche un altro turismo, più sostenibile, e che ridistribuisca di più e meglio ai territori.

Quando potremo tornare al cinema o a teatro?

Anche in questo caso, non guardiamo ai limiti, ma alle possibilità che si aprono: attraverso la fruizione di spettacoli on line, drive in, cinema all’aperto, teatro in piazza. Siamo pronti a sostenere le imprese in modo che, quello che perdono dalla fruizione tradizionale degli spettacoli, lo recuperino attraverso gli strumenti alternativi. Sta a noi governare le trasformazioni sociali che il coronavirus produce.

Basta spostare online produzione per mantenere in vita questi settori?

Servono varie iniziative come quelle che abbiamo messo in campo e siamo pronti a confrontarci con gli operatori per proporre correttivi.

La gestazione del decreto Rilancio è stata parecchio lunga, soprattutto a causa dello scontro tra M5S e gli altri partiti della maggioranza sulla regolarizzazione dei lavoratori migranti. Alla fine avete dovuto cedere alle pressioni degli alleati. Tutto rientrato?

In politica non si cede alle pressioni. Si media. E un uomo come Conte è perfetto per trovare la quadra.

Mercoledì prossimo si voterà la sfiducia a Bonafede presentata dalle opposizioni e Italia Viva non ha ancora detto come voterà. Temete assalti dell'ultimo minuto?

Spero che si comportino responsabilmente. Onestamente, non mi interesse fare l’esegeta dei pensieri di Renzi.