Nuova grana per il governo di Giuseppe Conte. Questa volta il fronte dello scontro si sposta dalla giustizia all'agricoltura e a farlo esplodere sono le dichiarazioni del capo politico del Movimento 5 Stelle, Vito Crimi. Il parlamentare - commentando l'intenzione della ministra Iv dell'Agricoltura, Teresa Bellanova, di portare in Consiglio dei ministri la regolarizzazione con un "permesso temporaneo" dei migranti che lavorano nei campi - ha chiuso su tutta la linea: "Emersione del lavoro nero e lotta al caporalato sono sempre stati i nostri cavalli di battaglia e continueremo a fare tutto ciò che serve ed è utile in questo senso che siano italiani o stranieri: il tema non è la regolarizzazione degli immigrati irregolari ma l'emersione del lavoro nero". "Se su quello vogliamo lavorare, e una parte dei testi che ho letto vanno in quella direzione, ok. Ma se come ho potuto leggere c'è anche una parte di testo di intenzioni di fare una sanatoria modello Maroni, noi non ci stiamo". Immediata la reazione della Ministra, che sul punto aveva già trovato un accordo di massima con il Partito democratico e con la ministra dell'Interno, Luciana Lamorgese. Quella sulla regolarizzazione “non è una battaglia strumentale per il consenso. Queste persone non votano. Se non passa, sarà un motivo di riflessione sulla mia permanenza al Governo. Non sono qui per fare tappezzeria”, ha commentato Bellanova.

La proposta di Bellanova

“Tra le persone c’è diffidenza perché per anni si è fatta passare l’idea che i diversi sono i nemici e che gli immigrati vengono qui a toglierci il lavoro. Sono invece fondamentali per portare avanti alcune attività, non solo in agricoltura dove rischiamo sperperi enormi per la mancata raccolta, ma anche le badanti che assistono tante persone anziane”. “Puntiamo a concedere un permesso di soggiorno temporaneo per sei mesi, rinnovabile per altri sei, per le aziende e le famiglie che vogliono regolarizzare. Ci sarà anche un contributo per lo Stato, anche se non bisogna esagerare: si tratta di persone sfruttate per 3 euro l’ora facendo concorrenza sleale alle imprese che rispettano le regole”.