"Sono fortemente convinto che un sistema come il nostro non abbia affatto bisogno di investiture messianiche, né di uomini investiti di pieni poteri. Più semplicemente ha bisogno di persone che abbiano cultura istituzionale e senso di responsabilità, consapevoli di dover agire per il bene comune, non distratti dal proprio "particulare" o condizionati da gruppi o cordate". Inizia così la lunga intervista che il premier Giuseppe Conte ha concesso alla Stampa proprio alla vigilia della Fase2 e dell'allentamento del lockdown. Conte vuol prima di tutto replicare alle accuse di chi parla di incostituzionalità delle misure varate dal governo per fronteggiare la pandemia: "Dobbiamo essere orgogliosi di avere rispettato l'equilibrio tra poteri costituzionali, inserendo i Dpcm - che sono serviti a introdurre, per un periodo limitato, le misure contenitive secondo criteri di adeguatezza proporzionalità e tempestività - nell'ambito di uno stato di emergenza nazionale dichiarato per un periodo di sei mesi e nel rispetto del quadro regolatorio definito dai decreti-legge, che sono atti equiparati alla legge, ma sottoposti al vaglio del Parlamento, secondo le previsioni della Costituzione". "In queste settimane ho ricevuto critiche che hanno sostenuto tutto e il contrario di tutto. Trasparenza, massima precauzione, proporzionalità e adeguatezza sono stati sempre, sin dall'inizio, i principi che ci hanno guidato", ha aggiunto Conte. E alle parole di Conte sembra rispondere Matteo Renzi: "Ora siamo fuori dall'emergenza" e dobbiamo "ripartire perché ogni giorno di ritardo provoca licenziamenti e fallimenti. Ripartire in sicurezza, ma ripartire" dice  in un'intervista al Corriere della Sera il fondatore di Italia Viva spiegando che il suo "appello a Conte è semplice: decidi. Se il premier sceglie il populismo, farà a meno di noi. Se sceglie la politica seria, ci saremo. Tocca a lui, non a noi decidere". Renzi dice di essere "terrorizzato che ci sia una decimazione delle donne che lavorano: i figli a casa sono un problema per la società, non solo delle mamme. Qualcuno dovrà pur dirlo". "Sblocchiamo i cantieri fermi, che cubano oltre cento miliardi: questa è la priorità, non i Dpcm che danno ai poliziotti la verifica sui fidanzamenti", aggiunge Renzi secondo il quale è in atto una crisi "economica, non politica" che divide "chi ha un posto di lavoro sicuro" che "soffre gli effetti della quarantena" ma "va avanti perché alla fine del mese ha uno stipendio garantito", e "milioni di italiani, commercianti, piccoli imprenditori, operai, partite iva, professionisti che sono disperati perché sommano ai timori del virus l'angoscia dello stipendio. Iv chiede a Conte di occuparsi di loro". Renzi infine parla di pieni poteri del premier: "Questo governo è nato come risposta a Salvini che voleva i pieni poteri. Per non darglieli abbiamo accettato persino di fare l'accordo con i Cinque Stelle. Ma non è pensabile che i pieni poteri li possiamo dare a qualcun altro solo magari perché usa modi più garbati". E conclude: "In Senato ho detto in faccia al premier che non siamo più al tempo delle costituzioni ottocentesche, con le libertà concesse dal sovrano. Basta con i Dpcm incomprensibili".