Se si vuol comprendere lo schema della partita sulla fase 2 si deve partire da tre fatti. Primo: la dichiarazione del presidente designato di Confindustria Carlo Bonomi, per il quale «se domani non si riapre, le imprese che fanno export sono fuori per sempre». Secondo: nonostante le incertezze sui dettagli, una clamorosa accelerata delle ultime ore potrebbe portare, secondo indiscrezioni, all’emanazione del dpcm decisivo già stasera. Terzo: nonostante la riunione fra il governo, rappresentato da Conte, Boccia e Speranza, e gli enti locali sia tuttora in corso e non ci sia ancora un quadro chiaro, il premier accelera sulla comunicazione e annuncia un nuovo annuncio: non via intervista a un quotidiano (stamattina il suo editto era su Repubblica) ma con una conferenza stampa in diretta Rai alle 20,20. In punto. Dalle parti di Palazzo Chigi c’è insomma un vulcano in eruzione. Nel senso che si è forse compresa la gravità della situazione, in miglioramento solo per il calo dei decessi, scesi a 260 (dato mai così basso dal 15 marzo) e si è affrontato l’incontro con governatori e sindaci in un clima di risolutezza. È così che si è arrivati a ufficializzare alcune scelte: se dal 4 maggio potrà dirsi iniziata la fase 2, la “riapertura” del Paese non sarà generalizzata. La gran parte delle attività commerciali chiuse, negozi di abbigliamento innanzitutto, potrebbe ripartire solo una o addirittura due settimane dopo, ossia da lunedì 11 e, in altri casi, da lunedì 18 maggio. Ci saranno inoltre esercizi che dovranno aspettare ancora più a lungo: parrucchieri ed estetisti, considerati «ad alto rischio» dovrebbero riaprire i battenti «non prima di giugno», secondo le indiscrezioni che filtrano da Palazzo Chigi. Ma cosa cambia allora dal 4 maggio? Soprattutto le regole su distanziamento sociale e spostamenti. Fra 8 giorni, innanzitutto, torneranno ad essere pienamente consentiti l’attività motoria individuale e l’allenamento per gli sport professionisti. Ci si potrà inoltre muovere non solo per andare a correre, a lavorare e a fare la spesa, ma sarà considerato legittimo anche spostarsi per raggiungere l’abitazione di parenti. Libertà consentita all’interno della regione in cui si risiede, anche se si studiano modalità di autocertificazione compatibili con casi particolari. A metà strada fra libertà personale e ripresa dell’attività economica è la decisione, ormai certa, di riaprire il comparto ristorazione solo per il servizio d’asporto e di consegna a domicilio. Riguardo alle imprese, non ci sono più incertezze sulla riapertura delle attività manifatturiere, dell’edilizia e in generale dei cantieri.