Aperture differenziate per aree in base alla diffusione del contagio. È questa la linea della task force dei tecnici in vista della Fase 2, che prevede una ricognizione dopo due settimane per verificare la tenuta delle misure. Per la fine del lockdown, fissata dal governo al 4 maggio, non è esclusa lipotesi di riapertura - con le dovute limitazioni - di parchi, bar e ristoranti, ma il calendario della ripresa e ancora tutto da definire. «Creare una contrapposizione tra riapertura delle imprese e diritto alla Salute di lavoratori e imprenditori è un rischio molto grosso. Dobbiamo coniugare entrambe le cose - ha commentato su Sky Tg24 il ministro per il Sud e la coesione territoriale Giuseppe Provenzano -. Entriamo in una settimana che da questo punto di vista è cruciale, noi abbiamo chiesto a una task force, composta da personalità di altissimo livello e anche con sensibilità e orientamenti politici e culturali molto diversi, di aiutarci a definire dei criteri di riapertura. Così sta facendo anche il comitato tecnico scientifico e lo dobbiamo fare nel confronto con le parti sociali. Raccogliendo tutti questi parere il Governo assumerà le sue decisioni e lo farà nel confronto con le Regioni e gli Enti locali. In questo modo possiamo assumere delle decisioni che devono vincolare tutto il territorio nazionale. Da parte nostra cè anche un invito a maggior cautela nelle aree che sono maggiormente colpite e in cui il contagio è ancora a livelli elevati». La Fase 2, ha aggiunto, «non riguarda soltanto la riapertura delle imprese, ma riguarda anche come rafforziamo il nostro sistema sanitario per impedire di trovarsi impreparati a una eventuale nuova ondata dellepidemia. Non voglio dare un messaggio allarmistico, ma vorrei che non si perdesse di vista in cui siamo perché i contagi ancora aumentano seppur la curva si è molto ridotta con un rallentamento. Il liberi tutti è una cosa che può avere conseguenze molto gravi. Ho la preoccupazione - ha affermato il ministro - che nel nostro Paese si stia diffondendo in queste ore lidea che siamo già usciti dalla fase dellemergenza e siamo già nella  Fase 2. Una sorta di ritorno alla normalità anche negli aspetti più deteriori, come quelli del conflitto politico e del conflitto istituzionale tra Stato e Regioni, dopo che faticosamente nel corso delle settimane precedenti eravamo riusciti a definire un impianto unitario. Dobbiamo capire che la Fase 2 non può permettersi queste contraddizioni che inevitabilmente ci sono state allinizio e che deve essere un percorso ordinato e graduale perché ancora ieri sera noi contavamo 575 morti quindi noi siamo ancora in emergenza sanitaria». E anche per il vicedirettore dell'Organizzazione mondiale della sanità, Ranieri Guerra, saranno «inevitabili nuovi focolai», ragione per cui «serve rafforzare il controllo del territorio con controlli e tamponi a domicilio». Il Governo sta intanto valutando anche la possibilità di consentire l'attività fisica all'aperto a partire da 4 maggio, purché da soli e a distanza di sicurezza.