Alla luce del dibattito che si crea intorno alle conferenze stampa del presidente del Consiglio, riteniamo doveroso fare alcune precisazioni. Non c'è stata alcuna conferenza stampa a reti unificate. Palazzo Chigi non ha mai chiesto che la conferenza stampa venisse trasmessa a reti unificate; e infatti è stata trasmessa solo da alcuni canali tv». Inizia così la nota di precisazione diffusa da palazzo Chigi dopo lo strascico di polemiche seguito alla conferenza stampa del presidente del Consiglio. Un precisazione che non solo non le placa ma le riattizza. E bene ricordare che le opposizioni - Lega e Fratelli dItalia in testa - erano insorte dopo la decisione di fare nome e cognomi attaccando in modo esplicito Matteo Salvini e Giorgia Meloni colpevoli, secondo il premier, di aver descritto i lavori dellEurogruppo come una Caporetto da parte del governo Italiano. Lattacco di Conte aveva suscitato non poche polemiche, di qui la necessità di replicare alle accuse di bullismo istituzionale mosse dalle opposizioni: «La decisione di trasmettere o meno le conferenze stampa del presidente del Consiglio spetterà - continua la nota riferendosi alle critiche di Enrico Mentana - sempre e solo ai responsabili delle singole testate giornalistiche». «Questi ultimi sono anche liberi di sostenere la singolare opinione secondo cui il presidente del Consiglio non dovrebbe smentire fake news e calunnie nel corso di una conferenza stampa rivolta al Paese, nè dovrebbe parlare di un tema rilevante e di interesse generale come il Mes». Lapidaria la replica di Giorgia Meloni: «Non vedo perchè tornare su questa polemica dopo due giorni. Conte sa benissimo che utilizzare una conferenza stampa per annunciare la proroga del lockdown per attaccare le opposizione è un atto di bullismo istituzionale». Sulla stessa linea la Lega: «Anche a Pasquetta il governo trova il tempo di attaccare Lega, opposizioni e giornalisti, una vera e propria ossessione". E' quanto afferma il Carroccio in una nota. «Gli italiani gradirebbero lo stesso impegno del governo nel fornire almeno una mascherina ad ogni cittadino, invece di chiacchiere»