La Regione Lombardia decide di andare in controtendenza, con un'ordinanze che impone termini più restrittivi rispetto alle novità annunciate ieri dal premier Giuseppe Conte e previste dal nuovo Dpcm. «Il commercio al dettaglio di articoli di carta, articoli di cartoleria e forniture per ufficio; libri; fiori e piante è consentito esclusivamente negli ipermercati e nei supermercati», si legge nellordinanza firmata stamattina dal presidente della Regione, Attilio Fontana. I libri potranno essere venduti, oltre che nei supermercati, anche nelle edicole o nei piccoli negozi di alimentari. Per il Governo regionale, la possibilità di adottare «misure più restrittive di quelle statali e quindi rigorosamente funzionali alla tutela della salute» trova il suo fondamento «negli articoli 32 e 117 della Costituzione». Questultimo, in particolare, disciplina i rapporti e i poteri di Stato e Regioni. Alla base della decisione la particolare situazione di difficoltà vissuta dalla Lombardia rispetto al resto del territorio: qui, «il dato epidemiologico è di gran lunga superiore al dato nazionale: al 10 aprile 2020 circa due quinti della popolazione italiana contagiata è lombarda», sottolinea il documento. La scelta di non riaprire librerie e cartolerie è dunque motivata dal «diverso contesto di riferimento» e dalle «proiezioni sulla prosecuzione del contagio, che impongono di limitare le limitazioni già poste in essere». E anche la Regione Piemonte intende prorogare al 3 maggio le misure già in vigore per il contenimento dei contagi da coronavirus. La giunta Cirio mantiene dunque ferma la linea del rigore, decidendo di non aderire alla riapertura di cartolerie e librerie. L'attuale ordinanza, ricorda la Regione, prevede che gli articoli di cancelleria possano essere venduti solo negli esercizi commerciali già aperti, lo stesso vale per i libri. Sempre consentita invece la consegna a domicilio.