Tutti ripetono il mantra, “nulla sarà più come prima”. La pandemia ha cambiato il mondo per sempre. Tranne l’Europa, vero professore? Giulio Sapelli, storico, economista, ha appena sfornato il suo nuovo libro “2020 Pandemia e resurrezione” ( Goware, Guerini e associati, 12,90euro) e di cose da dire sulle divisioni nella Ue ne ha.

L’Europa è un gioco di specchi e ha disvelato le sue contraddizioni e i suoi conflitti di potenza tra i paesi tedeschi e quelli dell’Europa del Sud, con la Francia che cerca di ergersi a mediatrice tra tutti questi paesi e anche tra tutti e gli Stati Uniti.

E la Germania?

Continua la sua alleanza con la Cina. Questa contraddizione è un pericolo enorme di fronte alla pandemia per le società europee.

Il fantasma che terrorizza la Ue è sempre il debito?

Non è il debito, il fantasma, ma il fatto che un’Europa che non ha una costituzione e che unisce attraverso dei trattati internazionali una serie di Stati diversi per produttività del lavoro; che non ha una banca centrale, quando le produttività del lavoro esplodono rivelando differenze di bilancio tra i vari Stati, questo insieme di nazioni unite da un trattato internazionale, uniche nazioni al mondo si vedono private di una banca centrale.

La Bce allora cos’è?

Non è una banca centrale, è solo una parvenza, perché non dispone di quello di cui dispongono tutte le banche centrali, cioè il fatto di poter stampare in modo illimitato moneta. Non la stampa perché il suo statuto non glielo permette, perché stampandola costringerebbe tutti gli Stati a condividere il debito che lo stampaggio illimitato produrrebbe, con percentuali più forti in taluni paesi e più basse in altri. Quindi avere una banca centrale senza la Costituzione, con trattati internazionali e con così rilevanti dislivelli di produttività del lavoro, costringerebbe ad una condivisione del debito.

Cosa che alcuni Stati non vogliono condividere, come appunto Germania, Olanda e anche Austria.

Questo è il fantasma, non il debito: una struttura sovranazionale incompiuta. Che non può funzionare allorché su questi paesi si affacci una crisi. Questa Ue è stata pensata solo per una crescita e non per una decrescita, anzi ora per una recessione spaventosa di tipo pandemico che colpisce sia la domanda che l’offerta.

Ci sono stati due interventi economici importanti, ieri: la Bce della Lagarde ha tolto il tetto per l’aiuto ai debiti, mentre il G20 ha stanziato 5mila miliardi di dollari per quest’emergenza. Che ne pensa, basteranno?

Ha visto gli Stati Uniti? Hanno messo 2 mila miliardi di dollari per una popolazione che equivale circa a quella europea. Una cifra inferiore a quella in una società più complessa come la nostra sarebbe appena sufficiente. Non si sa nemmeno da dove arriveranno questi soldi perché la crisi attuale è determinata dalla mancata sincronia dei tempi con la gravità della pandemia. Ci sono stati nove paesi che hanno scritto una lettera perché non si dessero questi soldi attraverso il meccanismo di stabilità, perché costringerebbe a una ristrutturazione del debito. E cioè Italia, Francia e Spagna sarebbero trattate come la Grecia. Allora hanno preso tempo. Ma mentre il tempo passa i morti aumentano e la recessione si approfondisce.

E’ quello che ha detto Draghi sparando il suo bazooka.

Draghi ha detto le parole giuste su ispirazione dei tedeschi, non degli americani come qualcuno ha pensato. La Merkel è molto indebolita, come la Cdu, non può certo prendersi la responsabilità di aderire alle proposte che dicono di agire fornendo liquidità attraverso il Mes senza condizionalità. E allora lo fa dire da una responsabilità alta come quella di Mario Draghi. Se notate Weidman, il Caronte tedesco, non ha detto una parola. Sul giornale della Confindustria tedesca non c’è una parola.

Tedeschi e olandesi non vogliono la mutualizzazione.

L’Europa è fatta male, questo pensano. I tedeschi mettono in prima linea una cultura nazionale che spinge al dominio: non hanno più quello militare, dominano attraverso il controllo economico sugli altri paesi. Su questa strada c’è anche la Francia, che ha un forte spirito nazionale, e anche stavolta cerca di mediare con gli Stati Uniti. Macron ha chiesto oggi un incontro con Trump, per cercare di erigersi a protettore dell’intera Europa. Come fece qualche settimana fa proponendo la protezione nucleare francese a tutta la Ue.

Ora dove andiamo?

In una recessione profonda. Oltre a dover affrontare la situazione sanitaria, bisognava pensare di garantire la continuità produttiva. Abbiamo fatto solo la prima. E siamo ancor più esposti alla recessione. Dovevamo applicare le procedure di business continuity, che ci sono in tutte le aziende, le banche… continuare a produrre in condizione di sicurezza sanitaria. La salute finisce in ospedale, non comincia lì. La salute va tutelata nel territorio, non in ospedale. La Corea del Sud ha sconfitto il virus cominciando dal territorio.

E’ l’esempio che fatichiamo a seguire.

Ognuno ha la classe dirigente che ha votato. Bisogna fare i tamponi con la tracciabilità. Ma avremmo dovuto fare le autostrade informatiche anni fa.

Siamo messi male.

Ora sconfiggiamo il virus. Poi bisognerà andare al voto con un governo fatto da persone responsabili e ragionevoli.

Draghi?

Il problema di Draghi è dei tedeschi e degli europei, come ho detto prima. Lui non vuole diventare primo ministro, vuole aiutare la Merkel a tenere lontana la Afd. Guardiamo oltre, non sempre l’ombelico.

La van der Leyen basta?

Purtroppo non ha lo status, non ha mai fatto il primo ministro, non domina la burocrazia e non parla da pari a pari con gli altri primi ministri. La Merkel avrebbe dovuto scegliere qualcun altro, ha fatto grandi errori. Avrei riformato le istituzioni europee dando il potere al Parlamento e non alla Commissione.