Otto avvocati turchi appartenenti all’associazione Chd ( Progressive Lawers Association) attualmente detenuti nel carcere di Sliviri ( 70 km da Istanbul) che hanno subito condanne fini a 18 anni e sei mesi di reclusione il 20 marzo 2019, poi confermate in appello hanno iniziato uno sciopero della fame il 3 febbraio scorso. Una delegazione internazionale di avvocati della quale aveva fatto parte il Consiglio nazionale forense, aveva visitato i colleghi reclusi nell’ottobre del 2019).

Pubblichiamo qui di seguito le motivazioni del loro sciopero.

Non siamo inermi; dichiariamo lo sciopero della fame. Perché: Difendere le persone e i loro diritti è l’essenza della nostra professione, ciò che le rende onore e credibilità. Non ammetteremo che questa essenza venga corrotta e che questa professione venga trasformata in un comune strumento per far soldi.

L’esercizio stesso della professione forense non può essere oggetto di processi. Tutti gli avvocati che esercitano la loro professione sono minacciati da “cosiddetti” processi, arresti e dalla reclusione per 159 anni.

Il nostro desiderio di giustizia è alimentato dagli scioperi della fame dei nostri clienti, che è andato avanti per centinaia di giorni. Mustafa Koçak e i membri del gruppo musicale rivoluzionario Grup Yorum Ibrahim Gökçek, Helin Bölek sono impegnati in uno sciopero della fame fino alla morte allo scopo di difendere la giustizia, il giusto processo e i loro diritti acquisiti.

Siamo in sciopero della fame per proclamare che «Le legittime richieste dei nostri clienti sono anche le nostre richieste, perché noi siamo i loro difensori. Esaudite queste richieste!» L’intera macchina giudiziaria è stata trasformata in uno strumento per condannare le persone all’ingiustizia, e per distruggere l’opposizione politica e i rivoluzionari.

La “magistratura” ribolle come un “calderone di ingiustizia” dove i massacri contro le persone, i crimini commessi dallo stato e gli “incidenti” previsti e autorizzati dalle amministrazioni sono vendicati, i loro autori rilasciati e i loro crimini condonati.

Un sistema non può definirsi “magistratura” se imprigiona gli avvocati e priva i cittadini dei loro difensori.

Vogliamo una prassi giuridica che rispetti i principi del giusto processo conquistati dopo tanti sacrifici, che rispetti i requisiti del diritto alla difesa e ad un giusto processo, che dimostri che un “reato” è commesso sulla base di prove concrete e scientifiche, che sia certo, prevedibile, chiaro, e che si schieri dalla parte dei cittadini, per i cittadini.

Chiediamo l’immediata cessazione di pratiche fraudolente come le testimonianze anonime, le confessioni/ calunnie, l’imposizione del SEGBIS, le decisioni basate su presunzioni, ipotesi astratte invece di prove, ignorando i principi della procedura penale, e gli iter processuali, ancora lontani dall’essere giusti.

Siamo in sciopero della fame per proclamare che “Chiediamo l’immediata scarcerazione di tutti i prigionieri politici che sono stati condannati all’esito di “cosiddetti” processi e l’abolizione immediata di tutti i processi e delle loro conseguenze.”

Il Ministro dell’Interno sta interferendo con la magistratura con le sue cosiddette “liste di terroristi”, violando la “presunzione di innocenza”, il principio più essenziale della giustizia penale.

Queste liste di terroristi vengono usate per giustificare gli omicidi commessi contro le opposizioni politiche e i rivoluzionari. Il Ministro dell’Interno sta commettendo un reato prendendo di mira le persone che non avevano alcuna condanna definitiva a proprio carico. Le “liste di terroristi”, che includono i nomi degli avvocati Sükriye Erden and Özgür Yilmaz dovrebbero essere eliminate e i massacri commessi grazie ad esse puniti.

La legge non è solo uno strumento di legittimazione degli abusi commessi dai potenti, ma anche una piattaforma per la millenaria lotta dei cittadini per i loro diritti. Oggi, tutti i nostri diritti e le nostre libertà sono minacciati dal fascismo. Tutti i nostri diritti fondamentali sono violati, resi inefficaci o del tutto soppressi, compresi i diritti dei sindacati, il diritto di assemblea, il diritto di protesta, la libertà di espressione, il diritto alla vita, alla sicurezza sul lavoro, alla salute e all’ambiente, quello al giusto processo e alla non auto- incriminazione.

Come avvocati rivoluzionari, siamo in sciopero della fame con la responsabilità di proteggere e rafforzare i diritti e le libertà storiche per conquistare il futuro.

Lo scopo dietro l’imposizione della povertà, della disoccupazione, della fame e dell’ingiustizia è quello di indurre la debolezza, l’impotenza e il disonore fra la nostra gente.

La distruzione dei valori morali e spirituali dei cittadini ad opera della legge avviene attraverso la legalizzazione delle offese morali, come la classificazione dei funerali e delle celebrazioni funebri come crimini, la criminalizzazione delle visite funebri, la trasformazione delle persone in informatori, agenti, calunniatori.

Chiediamo l’immediata cessazione di questa politica di corruzione delle persone nel nome del “vero pentimento”, e l’eliminazione delle cosiddette prove, raccolte attraverso informatori e testimoni anonimi.

In ogni angolo del paese, le bellezze naturali, storiche e culturali sono preda di saccheggi sfrenati. Siamo in sciopero della fame per evitare il furto del futuro del nostro popolo e dei nostri figli ad opera delle politiche dei potenti, che con la loro logica di profitto hanno reso ogni cosa commerciabile.

Siamo in sciopero della fame perché ci sentiamo in dovere di reagire di fronte ai saccheggi e la distruzione della Valle di Munzur, i pascoli di Ayder, il lago Salda, Hasankeyf, i monti Kaz, Mersin, Sinop, le foreste dell’Anatolia settentrionale, Istanbul e i centenari uliveti ad opera di miniere, centrali nucleari, cave, oleodotti, turismo e “rinnovamento urbano”.

Chiediamo l’immediata cessazione delle pratiche di reclusione che impiegano l’isolamento come tortura, applicando divieti arbitrari alla concessione di libri, alle conversazioni, alla libertà di espressione e comunicazione.

Chiediamo inoltre la cessazione di discipline di reclusione politicamente ostili e pratiche che introducono la prigione a vita – nonostante un divieto esteso a tutto il mondo, la privazione della libertà “fino alla morte” è ammessa in Turchia, consacrata nella legge e nelle sentenze dei tribunali.

Chiediamo la fine delle pratiche di sfruttamento delle malattie dei prigionieri come strumenti di tortura. Siamo in sciopero della fame per difendere la dignità umana contro l’isolamento e le torture inflitte ai prigionieri malati.

Siamo in sciopero della fame per dimostrare che non siamo disperati, che non smetteremo mai di chiedere ciò che è legittimamente nostro e di elevare il nostro onore sopra ogni cosa. E trionferemo!

Non smetteremo mai di difendere i nostri clienti e la nostra gente!

L’onore vince la morte!