«Io spero davvero che Matteo Salvini decida di non avallare la linea dell’autorizzazione a procedere nei suoi confronti per il processo sulla Gregoretti». L’appello, l’ennesimo, arriva dall’avvocato e senatrice della Lega, Giulia Bongiorno, in un’intervista al Corriere della Sera. Giulia Bongiorno resta convinta «dell’insussistenza» del reato di sequestro di persona compiuto da Salvini anche se, relativamente al giudizio, ritiene che «non significa che si tratterà di un processo che si risolverà in breve nè è possibile prevederne l’esito». E a tale proposito, l’avvocato Bongiorno ricorda quanto diceva il suo maestro, il professor Coppi, il quale le ha insegnato che «la legge è uguale per tutti, ma i giudici no». Secondo Bongiorno, «è sbagliato che da molti anni a questa parte la politica abbia rinunciato a molte delle sue funzioni» tra le quali c’è «il potere di legiferare in alcune materie sensibili e che per una sorta di pudore abbia rinunciato a tutelare la sua indipendenza», ciò che portato al «cortocircuito istituzionale» che «fa sì che il ministro dell’Interno non possa esercitare uno dei suoi compiti principali, la difesa dei confini nazionali». Poi l’avvocato-senatore chiosa: «Tutti non fanno che chiedere se salveremo o non salveremo Salvini. Non è questo il punto. Il Senato deve verificare se ha agito nell’interesse pubblico. E quel che vale oggi per Salvini tutelerà in futuro chi svolge questa funzione».