«Quando c’è un confronto la Lega è sempre disponibile. E per scrivere la riforma del processo penale abbiamo le idee chiare: serve un tavolo con i tecnici del diritto». L’ex sottosegretario alla Giustizia Jacopo Marrone non chiude le porte alla proposta del presidente del Cnf, Andrea Mascherin, di un tavolo di confronto con tutte le forze politiche per ripensare il processo penale. Il dubbio è solo uno: che il ministro della Giustizia accetti il dialogo. «Ben vengano gli accordi, a patto che si cancelli la riforma della prescrizione. Ma non aiuteremo il governo a rimanere in piedi».

Onorevole, un tavolo politico può servire per una riforma che duri nel tempo?

Noi siamo sempre disponibili a confrontarci con chiunque. Ma non credo che Bonafede abbia la stessa disponibilità: in passato ha già tenuto incontri con le associazioni, ma in maniera riservata. Ha fatto da sé la riforma e questo testo noi non lo abbiamo mai visto.

È scettico, dunque?

Sicuramente il tavolo potrebbe essere utile, ma ciò vorrebbe dire, da parte del ministro, ipotecare il proprio lavoro a una maggioranza alternativa, ad una grande coalizione. Sulla prescrizione c’è poco da dire: la riforma va abrogata. Ma se, come dice oggi, Bonafede non è disposto a fare un passo indietro, allora ogni soluzione rischia di essere tardiva. Immagino che all’interno della maggioranza abbiano tentato di trovare una via d’uscita, ma non ci sono riusciti. Allora, forse, il tavolo si potrebbe fare con chi verrà dopo di lui. Non sono certo le opposizioni a dover buttare acqua sul fuoco dei problemi della maggioranza.

Quindi cosa serve?

Un tavolo tecnico con gli operatori del diritto e con le associazioni che ne fanno parte, cosa che ho ripetuto a Bonafede decine di volte. Gli ho sempre spiegato che gli addetti ai lavori vanno coinvolti durante la stesura, in modo che ne siano parte, e non dopo. La sua paura era però quella di appesantire l’iter e non riuscire, così, a far niente. Ma mi pare che la strada scelta sia stata sbagliata, perché ci si è schiantati contro un muro: la riforma non c’è, l’unica entrata in vigore è quella della prescrizione e non mi sembra sia un grande successo.

In cambio della prescrizione siete risposti a fare qualche passo indietro?

La Lega in questo momento non deve rinunciare a nessuno dei suoi principi cardine, anche perché abbiamo le idee chiare su come riformare il processo. Ci sono tante cose da portare a termine, ma il governo le lascia lì, per concentrarsi su qualcosa che non esiste, ovvero la riforma della giustizia. Ben venga un accordo, ma non per salvare Bonafede o il governo, bensì il tema giustizia.

Quindi un eventuale rifiuto sarebbe un modo per far implodere il governo. Secondo me è un governo che non ha senso di esistere e che ha combinato disastri. Ma se serve per far capire che la riforma della giustizia è un’aberrazione giuridica ci vado al tavolo. C’è la massima disponibilità. Ma non a sostituirmi alla maggioranza.

Avete già in mente la vostra riforma?

Le assunzioni devono andare avanti, sia per i magistrati sia per quanto riguarda gli organi amministrativi. Poi andremo ad ascoltare le proposte degli operatori di diritto e di chi da tanti anni calca le aule di tribunali. La riforma della prescrizione di Bonafede fa capire che chiunque l’abbia scritta c’è stato poco in quelle aule.

Da cosa partirete?

Bisogna verificare, guardando i dati, in modo che si possano stringere e uniformare i tempi processuali. Sapere quando inizia un processo ma non quando finisce rischia di bloccare sviluppo e investimenti. E le vite.