Mentre il governo sfodera paroloni e numeroni, “turbo”, “fase 2”, “cronoprogramma”, “pilastri”, “piano shock”, e immancabili “tavoli”, lo Stato italiano sembra il più “sconnesso” del mondo. E questo nel mondo attuale, sempre più interconnesso nel bene e nel male, come dimostra la paura del Coronavirus.

Il governo sembra sconnesso dalla sua maggioranza e dai cittadini che dovrebbero sostenerlo. I Cinquestelle, poi, pilastro della maggioranza, non solo si stanno sgretolando, ma sono, ormai, totalmente sconnessi dal loro stesso elettorato. Volevano aprire il sistema come una scatoletta di tonno e sono finiti incollati alle poltrone che nemmeno i peones della Prima repubblica.

Si basavano ed esaltavano la democrazia diretta, ma sono stati puniti sia da quella che dalla delegata. Sono i sostenitori del no- vaccini e si ritrovano a tremare perché non ci sono ( ancora) né antidoti, né mascherine per difendersi dal virus venuto dalla Cina.

Sono giustizialisti nel Paese dove la giustizia funziona peggio in paragone non con gli Stati più poveri, ma con i Paesi europei che ci stanno intorno. Vedi le sentenze della Corte europea.

All’inaugurazione dell’anno giudiziario, dopo gli scandali estivi delle correnti dei magistrati e del Consiglio Superiore della Magistratura, solo il ministro Bonafede e l’indurito Piercamillo Davigo - quello del non esistono innocenti ma solo colpevoli non ancora scoperti - sono rimasti a sostenere un’aberrazione come il “fine processo mai”. Almeno per uno Stato di diritto degno di questo nome.

I Cinquestelle nel governo con Salvini ministro dell’Interno, erano sostenitori dei “porti chiusi”, oggi gli stessi sono per i “porti aperti” … ma, beninteso, dopo le elezioni. Intanto scopriamo che esistono tribunali dei ministri, pronti ad agire secondo il vento della politica.

Ad essere “sconnesso”, così, non è solo il governo, ma lo Stato italiano, che non riesce a far funzionare quel che resta della sovranità nazionale su cui si fonda. Sembra uno Stato “sconnesso” non solo dall’idea di Nazione ma persino dalle istituzioni europee di cui è parte fondante.

Dice di accogliere i migranti per ridistribuirli in Europa, come se ci fosse un accordo condiviso e vincolante, quando, invece, c’è solo la buona volontà, volta per volta.

Purtroppo anche l’Unione europea, più che unita è sconnessa, persino sul modo con cui si affronta un’emergenza mondiale che riguarda la salute di tutti. Oppure la dicitura “salvo intese”, come nella stragrande maggioranza delle riforme annunciate dal governo italiano ogni giorno.

Prima o poi una qualche connessione ci dovrà pur essere, altrimenti nemmeno i giovani delle Sardine e i multicolori dei Benetton ci salveranno dal crollo della via maestra che tutti conoscono e pochissimi praticano: quella del buon senso e della serietà.