"Danneggiare la lapide di Pino Pinelli è un gesto vile e infame. Noi ci abbiamo messo un fiore, perché è quello che merita". E' il tweet  di Mario Calabresi, ex direttore di Repubblica ma soprattutto figlio di Luigi Calabresi, il commissario di Polizia assassinato dopo una campagna stampa ferocissima che lo accusava della morte dello stesso Pinelli. https://twitter.com/mariocalabresi/status/1224665516691927041?s=20 La lapide in memoria di Pinelli era stata vandalizzata e spaccata lunedì scorso a Milano e ne aveva dato annuncio la sezione dell'Anpi milanese: "la targa dedicata a Giuseppe Pinelli dal Comune nella ricorrenza del cinquantesimo anniversario di piazza Fontana e della tragica fine di Pinelli, diciottesima vittima, è stata oltraggiata e spaccata. La gravissima provocazione è avvenuta in piazza Segesta». LA MORTE DI PINELLI Pinelli era volato dagli uffici della questura di Milano tre giorni dopo il suo fermo, avvenuto il 12 dicembre del '69, il giorno stesso della strage di piazza Fontana, e dopo tre giorni di interrogatorio drammatico peraltro quando già erano scadute le 48 ore e il fermo era di fatto illegale in quanto non convalidato dal magistrato. Durante l'interrogatorio tenuto dagli uomini dell'Ufficio politico Pinelli precipitò dalla finestra dell'ufficio. La prima versione fornita dalla polizia parlò di suicidio. Secondo alcune versioni iniziali della polizia, mai confermate, Pinelli precipitando avrebbe gridato la frase: «È la fine dell'anarchia!». L'OMICIDIO CALABRESI Ben presto la ricostruzione si rivelò decisamente poco credibile e il commissario Calabresi fu additato come il responsabile della morte di Pinelli. Lo stesso Calabresi venne assassinato la mattina del 17 maggio 1972  da un commando composto da almeno due sicari che gli spararono alle spalle. Aveva 34 anni. Lasciò la moglie Gemma Capra, incinta, e due figli: uno dei quali è proprio Mario Calabresi, lo stesso che ieri ha portato quei fiori sulla lapide di Pinelli.