La politica è l’arte del compromesso ma anche della forzatura, per questo il candidato alle suppletive nel collegio Roma 1 sarà l’attuale ministro dell’Economia ed ex europarlamentare, Roberto Gualtieri.

Nome molto “romano” ma con un curriculum più professorale e meno di militanza, nata di fatto quasi contemporaneamente alla nascita del Pd. Sulla carta, perfetto per prendere il posto nel collegio in cui fu eletto Paolo Gentiloni. Nei fatti, una mossa ben costruita per cementare un’alleanza nazionale ma anche una vittoria del Pd sugli scissionisti Matteo Renzi e Carlo Calenda. Il suo nome, infatti, è uscito dal cappello come quello a cui non si può dire di no: da ministro dell’attuale Governo, quale forza di maggioranza potrebbe opporvisi? Il gioco non vale la candela.

Infatti, i riottosi alleati dell’area di centrosinistra si sono allineati, pur non senza qualche spunto polemico. Da un lato i parlamentari romani di Italia Viva con Luciano Nobili in testa avevano un disegno ben architettato per mettere all’angolo i cugini dem con l’aiuto del “pierino” Carlo Calenda e Emma Bonino. Bruciando sul tempo il Pd, avevano lanciato il nome della giornalista di Repubblica Federica Angeli, nota per l’inchiesta sui clan di Ostia.

Uno di qui nomi a cui è difficile dire no, un po’ per la storia che portano, un po’ perchè parte di quella società civile a cui è diventato sempre più complicato opporre un candidato considerato più politico. La mossa del cavallo di Iv ha di fatto eliminato il primo nome caldeggiato dal segretario Nicola Zingaretti: quello di Gianni Cuperlo, esponente dell’area più sinistra del Pd e fuori dal Parlamento per scelta, avendo rinunciato alla propria candidatura da “paracadutato” nel 2018 perchè contrario al metodo di composizione delle liste calato dall’alto, usato dalla segreteria Renzi.

A dare scacco matto, alla fine, è stato lo stratega Dario Franceschini, che dal cappello ha tirato fuori il nome irrifiutabile di Gualtieri. Con gran scornamento dei renziani e il ritiro della disponibilità da parte di Federica Angeli. «Purtroppo con l’inspiegabile veto del PD non si è creata l’auspicabile unità e Federica non sarà della partita», ha twittato Nobili.

Le ragioni dietro il veto dem sono presto dette: Angeli sarebbe stata troppo indipendente, probabilmente avrebbe scelto di sedere sugli scranni renziani invece che quelli del partito che la aveva fatta eleggere e la Camera avrebbe potuto essere il suo trampolino per poi candidarsi sindaco di Roma. Illazioni e dietrologie, forse, ma degne di una Capitale in subbuglio dove i dem non possono permettersi di sbagliare un mossa.

Intanto, il 1 marzo Gualtieri si sfiderà contro l’ex An, Maurizio Leo.