Dal rapporto del Comitato europeo per la prevenzione della tortura emerge un dato preoccupante sul sovraffollamento carcerario che smentisce ulteriormente la storia che da noi il problema è virtuale, perché un detenuto avrebbe uno spazio abitativo minimo di 9 metri quadri per cella singola e 5 metri quadri per detenuto in celle a occupazione multipla. Nella realtà dei fatti non è assolutamente così. Al momento della visita, il Cpt ha rivelato che circa 13.800 detenuti sono stati ospitati in celle che hanno fornito tra i 3 e i 4 metri quadri di spazio vitale ciascuno. In pratica siamo al limite della soglia consentita dalla sentenza pilota della Corte europea dei diritti umani nel caso di Torreggiani v. Italia. Il Cpt raccomanda alle autorità italiane di agire per garantire che tutti i detenuti siano dotati di almeno 4 metri quadri in celle a occupazione multipla.

Al momento della visita, nel marzo 2019, il complesso penitenziario operava a pieno regime con la popolazione carceraria di 60.611 per 50.514 posti. Per il Comitato ciò rappresenta un aumento significativo del numero dei detenuti dalla visita periodica risalente all’aprile del 2016, quando la popolazione carceraria era di 54.072 per una capacità di 49.545 posti. I componenti della delegazione del Cpt hanno concordato che l'aumento della popolazione carceraria non è collegata all'aumento della detenzione, ma ad un minor numero di persone rilasciate dal carcere. Il problema risiede nelle lunghe condanne inflitte dai tribunali dal 2008 in poi, combinate con i numerosi detenuti socialmente vulnerabili con brevi condanne che, pur essendo ammissibili a misure alternative, rimangono in carcere. Secondo il Cpt l’Italia dovrebbe sforzarsi nel porre un'azione rigorosa per ridurre la popolazione carceraria al di sotto del numero dei posti disponibili. A questo proposito, sempre secondo il Comitato europeo, l'accento dovrebbe essere posto sull'intera gamma di misure non detentive. Il governo però ha risposto al Cpt che per porre rimedio al sovraffollamento penserà di utilizzare le caserme dismesse e costruire nuove carceri. Quindi il governo rimane fermo sulla sua posizione.

Mentre si attendono nuove carceri, senza pensare di utilizzare il carcere come estrema ratio, il sovraffollamento aumenta. Le uniche reazioni politiche provengono dai Radicali italiani e dal Partito Radicale. «Il superamento definitivo delle criticità riscontrate dal Consiglio d’Europea nelle strutture di detenzione - dichiarano Massimiliano Iervolino e Giulia Crivellini, Segretario e Tesoriera di Radicali Italiani - richiede una riforma complessiva del sistema giustizia, a partire dalla depenalizzazione dei reati minori e dalla revisione dei meccanismi di custodia preventiva, provvedimenti che inciderebbero in modo decisivo sul sovraffollamento cronico degli istituti».