Lo studio dell’avvocato Marco Scarpati sta in un palazzo che guarda in faccia la Procura di Reggio Emilia, quella che per tre mesi lo ha fatto sentire un mostro. Una parola che non compare nelle carte di “Angeli e Demoni”, ma che molti, nelle settimane che lo hanno separato dall’archiviazione delle accuse, hanno preso proprio da lì, per scagliargliela contro. Scarpati, tra i più famosi al mondo nel campo del diritto minorile, era finito nell’inchiesta con l’accusa di abuso d’ufficio, per l’assegnazione dell’incarico di consulente legale dell’Unione della Val d’Enza. E anche ora che tutto è finito, gli effetti della macchina dell’odio continuano. «Qualche giorno fa, davanti al tribunale, un uomo, passandomi vicino, ha sputato per terra insultandomi - racconta al Dubbio -. E tutto questo è spaventoso». L'INTERVISTA INTEGRALE SULL'EDIZIONE DEL DUBBIO DI DOMANI