Un vero e proprio colpo di scena. Anche in Danimarca le condizioni carcerarie sono in via di peggioramento, nonostante l’opinione diffusa che nei Paesi nordici la situazione della detenzione sia buona. Si evince dal rapporto del Comitato per la prevenzione della tortura ( Cpt) che ha invitato la Danimarca a far fronte al sovraffollamento delle carceri, senza costruirne delle nuove. Non solo.

Il Cpt ha anche raccomandato al Paese nordico di migliorare le condizioni di trattenimento dei migranti in due centri. Ha inoltre raccomandato di apportare miglioramenti in due carceri, di riformare le procedure per la contenzione prolungata di pazienti psichiatrici e di migliorare l’accesso agli avvocati per le persone trattenute nei commissariati di polizia.

A seguito delle sue visite in due centri di trattenimento per migranti, il Cpt ha ritenuto inaccettabile il fatto che le condizioni di vita e le regole per i migranti trattenuti in entrambi i centri fossero simili a quelle delle carceri, sottolineando che si tratta di persone che non sono generalmente né sospettate né condannate per avere commesso un reato. Ha chiesto importanti ristrutturazioni per entrambi i centri, con un accesso più libero ai telefoni cellulari per i migranti trattenuti.

Per quanto riguarda le condizioni di detenzione nelle carceri, il Comitato ha rilevato che, nonostante le ripetute raccomandazioni, non è stato ancora istituito nelle carceri visitate uno screening medico sistematico e tempestivo all’arrivo dei detenuti, né un sistema adeguato per consentire ai medici di registrare e denunciare eventuali lesioni riscontrate. La carenza di personale è stata riconosciuta come uno dei principali problemi per il sistema carcerario danese, che opera leggermente al di sopra delle proprie capacità di capienza. Il Cpt ha raccomandato di incrementare il personale nelle carceri visitate.

Entrando nello specifico, la delegazione ha visitato per la prima volta la prigione di Storstrøm. Ha anche effettuato visite di follow- up alla prigione di Odense Remand, alla prigione di Blegdamsvejens Remand e al quartier generale della polizia di Copenaghen. Il comitato è stato informato che il sistema carcerario danese stava affrontando livelli di sovraffollamento leggermente superiore al 100% della capacità.

A questo proposito, il Cpt si è detto preoccupato circa l’intenzione delle autorità di aprire nuovi luoghi di detenzione per fare fronte all’incremento del numero dei detenuti. Il Comitato per la prevenzione della tortura raccomanda che le autorità danesi adottino le misure necessarie per garantire che la prigione sia l’ultima risorsa. Positivo che la maggior parte dei detenuti hanno parlato positivamente del personale.

Tuttavia, il Cpt ha ricevuto alcune segnalazioni di uso eccessivo della forza e di violenza verbale da parte del personale carcerario. Le informazioni raccolte durante la visita nelle carceri, suggeriscono comunque che la violenza tra detenuti non costituisce un grave problema. Il Comitato si compiace molto per la continua tendenza al ridurre il regime di isolamento.

Le condizioni materiali di detenzione nelle carceri visitate sono risultate generalmente soddisfacenti, in particolare eccellenti nella prigione di Storstrøm. Tuttavia, molti reclami sono stati ricevuti da detenuti riguardanti l’accesso al bagno ( sia di giorno che di notte) nella prigione di Odense Remand. Per quanto riguarda le attività, il Comitato raccomanda che a al carcere di Storstrøm devono essere prese misure per offrire ai detenuti in regime di massima sicurezza programmi di attività costruttive, preferibilmente al di fuori delle celle, basati su progetti individuali.

Per quanto riguarda i due centri di detenzione per migranti, come detto, il Cpt ritiene che siano inaccettabile che siano simili a una prigione, sottolineando che i migranti ospiti delle strutture non sono condannati per nessun reato. Il Comitato pertanto invita le autorità danesi ad avviare un importante programma di ristrutturazione in entrambi gli stabilimenti e sostituirli con strutture adeguate per la detenzione amministrativa dei migranti.