Per primo è arrivato il comunicato del deputato pugliese Nunzio Angiola: «Ho deciso, con grande rammarico, di abbandonare il M5S». Poi, a distanza di neanche un’ora, le agenzie hanno battuto quello di Gianluca Rospi: «In queste festività ho riflettuto tanto e, per svariate ragioni, in primis il non condividere la Manovra di Bilancio approvata di recente e la mancanza di collegialità nelle decisioni all’interno del gruppo, ho maturato l’idea di lasciare, con grande rammarico, il Movimento 5 Stelle».

Insomma, i 5Stelle continuano a perdere pezzi, uno psicodramma che si è acutizzato con il processo sommario e l’espulsione di Gianlugi Paragone, accusato di “alto tradimento” dai probiviri. Ma la “scomunica” pubblica dell’ex giornalista non solo non ha placato gli animi, ma li ha esasperati. Decisa con la speranza di blindare le porte in uscita, l’espulsione di Paragone ha avuto un “effetto paradosso” generando una sorta di fuga di massa dal Movimento.

Ma a quanto pare il triumvirato pentastellato, composto Da Di Maio, Casaleggio e Grillo, ha tutta l’intenzione di continuare con la linea dura. E neanche le parole di fuoco di Alessandro Di Battista, che di certo rappresenta l’anima più movimentista dei 5Stelle, sono riuscite a scalfire la “linea della fermezza”.

I tre sono infatti convinti che il Movimento deve tirare dritto fino al termine della legislatura.

O almeno fino ai tanto attesi Stati Generali, la Leopolda grillina attesa come una sorta di palingenesi, un rinnovamento che dovrebbe far ripartire il Movimento: «Abbiamo bisogno di nuove parole guerriere, di nuovi obbiettivi, di progetti da realizzare scrivono infatti gli organizzatori degli Stati Generali. - Va tracciata la nuova traiettoria da seguire e va messa alla prova la nuova organizzazione del MoVimento 5 Stelle». I quali poi spiegano che «da tempo stiamo lavorando alla creazione del team del futuro e tra meno di un mese ci saranno 12 facilitatori per altrettante aree tematiche e 6 facilitatori per la parte organizzativa. A loro sarà affidato il compito di raccogliere idee e progetti tra tutti gli iscritti e i cittadini di buona volontà e realizzare una sintesi perché il MoVimento 5 Stelle possa realizzarli. Per tre mesi il team del futuro si dedicherà alla raccolta e alla valutazione di questi progetti che saranno presentati, discussi ed elaborati a marzo a un grande evento nazionale: gli Stati Generali del MoVimento».

Ma a quanto pare, in attesa della rinascita, il Movimento continua ad assottigliarsi. I motivi sono sempre gli stessi: l’allenaza “inanturale” col Pd, col famigerato partito di Bibbiano, e l’approvazione di una legge di Bilancio considerata contraria ai principi fondativi del Movimento.

Tutti temi presenti nella lettera d’addio di Angiola: «Come avevo ripetutamente preannunciato, per una serie di meditate e rilevanti ragioni ho dato il mio voto di fiducia al Governo di Giuseppe Conte, ma non ho votato la Legge di Bilancio», spiega. «Ho manifestato vivo disappunto per la compressione delle prerogative parlamentari e per l’approvazione di provvedimenti che, nella mia qualità di professore ordinario nell’Università, non potevo assolutamente accettare. Oggi ho deciso, con grande rammarico, di abbandonare il M5S. È evidente che il mio dissenso non deriva da un mio personale cambiamento di opinioni, ma dalla presa d’atto che, chi più chi meno, i vertici del Movimento hanno preferito trincerarsi in una chiusura pregiudiziale nelle proprie granitiche convinzioni», aggiunge «Ho più volte denunciato scarsa collegialità e scarsa attenzione ai singoli parlamentari, sia come persone sia come professionisti, con tutte le conseguenze che ciò può comportare in termini di “visibilità” dei territori nelle scelte legislative e di Governo» E poi: «Preciso che la mia odierna decisione non è da porsi in connessione con quella di altri colleghi parlamentari, come Lorenzo Fioramonti, al quale mi sono limitato ad esprimere nei giorni scorsi comprensione e solidarietà».