Caro Direttore, bisogna ancora una volta dire grazie di cuore al nostro Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella per il suo discorso di fine anno davvero di grande profilo istituzionale. È stato un messaggio di umanità, di stimolo e di speranza per tutti gli italiani. Non va disatteso il suo appello costante alla coesione sociale ed alla responsabilità per dare un futuro dignitoso ai nostri giovani che sono la risorsa più preziosa del nostro paese.

Caro Direttore, bisogna ancora una volta dire grazie di cuore al nostro Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella per il suo discorso di fine anno davvero di grande profilo istituzionale. È stato un messaggio di umanità, di stimolo e di speranza per tutti gli italiani. Non va disatteso il suo appello costante alla coesione sociale ed alla responsabilità per dare un futuro dignitoso ai nostri giovani che sono la risorsa più preziosa del nostro paese. La politica ha il dovere di dare risposte vere ai tanti problemi degli italiani.

Per questo occorre riscoprire l’importanza di una vera politica di concertazione, selezionando gli obiettivi seri da raggiungere, con scelte concrete e condivise con le parti sociali. Una strada virtuosa che il Presidente Mattarella ha indicato ancora una volta con grande lungimiranza, richiamando tutti ad un senso di responsabilità comune. Non c'è dubbio che il lavoro rimane la priorità del sindacato anche per il 2020. Cresciamo meno degli altri paesi europei e abbiamo una grave spaccatura economica, nei servizi sociali e nelle infrastrutturale tra nord e sud, con un livello di disoccupazione e di precarietà che sono ancora un macigno. Migliaia di giovani continuano ogni anno ad emigrare all’estero nell’indifferenza delle istituzioni, con un livello di degrado e di abbandono nelle nostre periferie davvero preoccupante, come ci ha ricordato il nostro Presidente Mattarella. Rischiamo di vivere nel 2020 una nuova fase di stagnazione economica se non ci saranno interventi per favorire la crescita.

L'occupazione non si crea dall’alto con nuove leggi, come pensa qualcuno, ma con gli investimenti pubblici e privati. Bisogna far partire i cantieri per le 600 grandi e medie opere pubbliche bloccate dalla burocrazia, ridurre seriamente le tasse per i lavoratori, i pensionati e le imprese che investono in innovazione, ricerca, energia pulita, formazione delle nuove competenze digitali. C’è la necessità e l’urgenza di rinnovare tutti i contratti pubblici e privati, di avviare le assunzioni nella Pubblica Amministrazione, nella sanità, nei comparti dell'istruzione, dell'Università e della ricerca e la stabilizzazione del precariato. Affrontare seriamente la questione della rivalutazione delle pensioni, e la legge sulla non autosufficienza, due temi molto cari alla Cisl.

I governi cambiano ma i bisogni, le aspettative degli italiani sono sempre gli stessi: lavoro, equità fiscale, servizi pubblici efficienti. Ci sono da mesi 160 vertenze aperte al Mise, che riguardano tutti i settori produttivi: nella siderurgia, nel settore manufatturiero, nei trasporti, nel terziario, nel commercio. La vicenda dell’Ilva e’ stata la cartina di tornasole della mancanza di una strategia di politica industriale, con una evidente incapacita’ di guidare le trasfor-mazioni economiche del paese.

Centinaia di migliaia di lavoratori e di famiglie vivono oggi una situazione di perenne incertezza. Basta con le multinazionali che fanno shopping in Italia e poi scappano via. Un governo non può limitarsi a fare da ' notaio' nella politica industriale. Deve assumersi le sue responsabilità, scegliere soluzioni convincenti, con un impegno costante e soprattutto qualificato per lo sviluppo. Questo è il compito di chi governa con saggezza e responsabilità. Lo ha sottolineato il Presidente della Repubblica: abbiamo ampie possibilità per affrontare e risolvere questi problemi. L'Italia riscuote fiducia e questo deve indurci ad averne di più in noi stessi, per dare corpo alla speranza di un futuro migliore.

Dobbiamo impegnarci attivamente nel comune interesse, perché abbiamo risorse di umanità, ingegno, capacità d'impresa. Bisogna alzare la produttività e la qualità dei prodotti che hanno bisogno della creatività del lavoratore; puntare su una economia green con gradualità e rispetto del lavoro; creare strumenti di partecipazione all’innovazione tecnologica ed organizzativa e soprattutto alla formazione delle nuove competenze di cui le imprese hanno bisogno. Questa rimane l’agenda della Cisl in questo nuovo anno che ci chiama tutti a scelte importanti per il bene del paese.