Quando è comparso il tweet di Pierluigi Castagnetti politici e commentatori hanno mangiato subito la foglia. Se uno degli uomini più vicini al capo dello Stato scrive che ' è oggettivamente sempre più difficile continuare a governare in questo modo. Caliamo il sipario?', significa che il pericolo di crisi - evidenziato da giorni sul Dubbio - è ormai da allarme rosso fiamma.

Forse il segnale mirava a condizionare Di Maio in vista del vertice notturno sul Mes ma in questo caso la missione è fallita. Nonostante parecchi giornali, in veste di crocerossine, cercassero ieri mattina di contrabbandare l'esito del vertice come una mediazione, la realtà è opposta. Alla fine, probabilmente, una formula confusa, tale da permettere di firmare la riforma del Fondo salvastati evitando di far precipitare di nuovo i rapporti tra Roma e Bruxelles, si troverà.

Ma sul piano degli equilibri della maggioranza gli esiti del rissoso vertice sono invece drammatici. Tra i due soci Pd e M5S, i rapporti sono degenerati ben oltre il confine della conflittualità. Sono infatti approdati in quelli della sospettosità permanente, della reciproca convinzione che il partner aspetti solo un attimo di distrazione per vibrare la fatal coltellata. Nel Pd regna la convinzione che i 5S aspettino il momento e l'occasione adatta per rovesciare il tavolo. Tra i 5S, o almeno tra l'ala che fa capo alla riformatasi coppia Di Maio- Di Battista, il Pd è visto come una forza subdola che punta alla colonizzazione del Movimento e che si avvale di una quinta colonna incarnata da quei pentastellati che già parlano come dem d'adozione.

Non c'è da stupirsi se in questo clima Goffredo Bettini, ' padre nobile' del governo, esca con un'intervista ultimativa: «Si cambi musica o si chiude». Avvertimento inutile anche questo. Con le pagine ancora fresche di stampa, Renzi si smarca sul carcere ai grandi evasori ma anche sull'emendamento che rinvia l'applicazione della Spazzacorrotti per le Fondazioni e in questo caso i 5S si schierano con Italia Viva: ' Si tolga subito quella porcheria'. Detto e fatto, il Pd ritira. Dietro l'angolo, poi, c'è il braccio di ferro sulla prescrizione.

Il ddl Costa, che cancella la riforma, dovrebbe arrivare in commissione prima della pausa natalizia. Senza un accordo, che al momento pare lontano, il Pd minaccia di votare l'emendamento forzista in commissione. Non per spazzare via la legge di Bonafede, certo, solo per trattare su posizione di forza prima del voto in aula. Però non c'è bisogno di lunga esperienza politica per capire quale sarebbe l'effetto di un voto congiunto del Pd e della destra su un tema per i Pentastellati più identitario di qualsiasi altro come la prescrizione.

La lista di conflitti, contrasti, divisioni, lacerazioni è impressionante, tanto più tenendo conto che si tratta di un governo appena nato, in teoria ancora in piena ' luna di miele'. La conseguenza è ancor più nociva: una paralisi quasi totale, dovuta al caos indotto sia dal conflitto alla luce del sole nella maggioranza sia da quello, molto più opaco, che spacca i 5S. Basta parlare off records con qualsiasi esponente della maggioranza per rendersi conto che la paresi è ormai quasi totale.

Tutte le fibrillazioni che occupano quotidianamente le prime pagine in realtà sono un sintomo. Il virus è che il seme non ha attecchito, le prospettive di dare al questa maggioranza un orizzonte più ampio dell'emergenza antisalviniana invece che allargarsi si sono da agosto ristrette. Sulla carta non dovrebbe esserci alternativa credibile a una tempestiva e celere verifica della residue possibilità di dar vita a un progetto meno angusto e misero seguito, in caso di esito negativo, dalla presa d'atto del fallimento e dalla crisi.

Al contrario sia nel Pd che nei 5S, per non parlare di Italia Viva, sono attivi consistenti gruppi decisi a resistere a ogni costo, adoperando in realtà la mèta dell'elezione del prossimi presidente della Repubblica più come alibi che come reale emergenza.

Tra tutte le soluzioni possibili, il tentativo di resistere pur in assenza delle condizioni minime sarebbe senza dubbio la peggiore e la più esiziale. Per tutti.