Un vero e proprio terremoto politico giudiziario sta scuotendo il governo dell'isola di Malta in seguito agli sviluppi sull’omicidio di Daphne Caruana Galizia. «Abbiamo chiesto l’aiuto dell’Europa. Il primo ministro è un possibile complice nell’omicidio», ha spiegato Jason Azzopardi, avvocato della famiglia della giornalista rimasta uccisa nell'espolosione della sua auto nel 2017, mentre stava indagando, e aveva rivelato, una trama di corruzione che coinvolgeva il governo.

Le dichiarazioni del legale arrivano dopo l’arresto nella notte tra martedì e mercoledì di Keith Schembri, ex capo di gabinetto del primo ministro Joseph Muscat. L'uomo, in fermo dopo un interrogatorio di polizia e una perquisizione nella sua abitazione, era il politico più vicino al premier fin da quando il partito laburista è salito al potere nel 2013.

Il suo arresto arriva dopo quello della scorsa settimana di Yorgen Fenech, il potente uomo di affari catturato mentre tentava di fuggire a bordo del suo yacht.

Si ritiene che siano proprio le dichiarazioni rese alla giustizia da parte di Fenech, accusato di complicità nella morte della giornalista, ad aver coinvolto pesantemente l'ex stretto collaboratore di Muscat, ciò nel tentativo di ottenere il perdono presidenziale.

Ma anche il premier non naviga in buone acque, la protesta popolare sull'isola monta di giorno in giorno, manifestazioni di protesta si susseguono, lo stesso Muscat è stato più volte fischiato e insultato in occasioni pubbliche. Davanti al primo ministro sembra aprirsi così il baratro delle dimissioni anche a seguito della perdita di appoggio da parte dell'influente giornale Malta Today, da sempre vicino al premier.

La famiglia di Caruana Galizia ha esortato il movimento di protesta a mantenere alta la pressione sul governo e di non partecipare ad eventi di partito. «Questo non è un momento per la politica tribale. Joseph Muscat vuole che entriamo in guerra gli uni contro gli altri. La nostra guerra è contro la corruzione», ha dichiarato il figlio della giornalista Matthew.

Con l'arresto di Schembri salgono a quattro i personaggi eccellenti coinvolti nell'inchiesta, in cella è finito anche il medico personale di Fenech Adrian Vella, sospettato di aver fatto da tramite tra l'ex re dei casinò maltesi e l'ormai ex capo di gabinetto. Ma lo scandalo ha travolto anche il ministro dell'Economia Chris Cardona e soprattutto il responsabile del dicastero del Turismo Konrad Mizzi. Su quest'ultimo si erano incentrate le inchieste di Caruana Galizia la quale, mettendo mano ai famosi “Panama Papers”, aveva scoperto che Schembri e l'ex ministro maltese erano diventati benificiari di alcune società offshore.

Indagini successive poi avevano scoperto che esisteva un'ulteriore fondo segreto, il “17 Black” appartenente a Fenech, dal quale proveniva un flusso di denaro diretto proprio verso i conti nascosti di Schembri e Mizzi. Una storia di corruzione che doveva far ottenere all'imprenditore una concessione governativa per gestire una centrale elettrica.