Fra i libri italiani, o sarebbe meglio dire editi in lingua italiana, di maggior successo alla recente fiera di Francoforte si segnalano le prime due uscite della nuova collana Scambio dei Doni proposta dalla Libreria Editrice Vaticana.

Si tratta di Nostra Madre Terra e La Preghiera, con sicurezza le più rigorose e attente riproposizione di testi e interventi di papa Francesco sui temi maggiori del suo pontificato, accompagnati in entrambe i casi da inediti di notevole profondità e impegno. Tutt’altro che scritti d’occasione, piuttosto testimonianze della continua riflessione spirituale del papa. A impreziosire ulteriormente i volumi, e per sottolineare la vocazione ecumenica dell’operazione, segnalata anche dal rovescio di copertina oltre che dal titolo, stanno le prefazioni delle due maggiori personalità della Chiesa Ortodossa, rispettivamente Bartolomeo, patriarca ecumenico, e Kirill, patriarca di Mosca.

Nella prima Bartolomeo afferma che “c’è uno stretto legame tra il dialogo ecumenico e la cura per l’ambiente” e “il modo in cui ci relazioniamo con le cose materiali rispecchia direttamente il modo in cui ci relazioniamo con Dio”. Per parte sua Kirill sostiene che “la preghiera, praticata con fede e costanza, non può che essere efficace e trasfigurare noi stessi e la nostra realtà” e ricorda che nella dichiarazione congiunta predisposta al termine dell’incontro con papa Francesco all’Avana nel 2016 si auspicava che esso ispirasse “i cristiani di tutto il mondo a pregare il Signore con rinnovato fervore per la piena unità di tutti i suoi discepoli”.

I redattori dei volumi, Nicole Paglia e Giovanni Orsenigo, hanno dimostrato grande padronanza dell’ormai vasto corpus di scritti, omelie, dichiarazioni, interviste e riflessioni di papa Francesco e sono stati capaci di organizzare i due volumi come opere autonome, con un ritmo letterario proprio e soprattutto capaci di presentare con completezza il pensiero del pontefice su due temi così diversi e persino lontani, ma nello stesso tempo assolutamente complementari.

Fa parte della storia del cristianesimo l’interdipendenza tra preghiera e azione, nella convinzione che l’una sia necessaria all’altra, come sottolineato dalla Lettera di san Giacomo. Nel delicato ambito del rapporto con la natura, e della sua salvaguardia, del quale papa Francesco si è occupato nell’enciclica Laudato sì prima di essere protagonista del recentissimo sinodo per l’Amazzonia, la convinzione espressa con maggior fermezza è stata che i problemi ambientali sono anche, forse soprattutto, problemi spirituali. E perciò collegati con la preghiera.

La relazione tra l’umanità e l’ambiente non deve essere ridotta alla meccanicità di uno sfruttamento intenso fin dove è possibile arrivare senza provocare un collasso del sistema. Piuttosto bisogna essere capaci di costruire una prospettiva umana, dei desideri e delle aspettative, che non si esaurisca nella dimensione materiale, ma che sia capace di abitare il mondo come il giardino che Dio gli ha affidato. Nella parte inedita del volume sull’ecologia papa Francesco avverte che “una crisi globale domanda una visione e un approccio globale, che passa anzitutto per una rinascita spirituale nel senso più nobile del termine” e che il mondo intorno a noi va considerato “un sacramento di comunione”. Un percorso di ricostruzione di questo genere passa di necessità attraverso alla preghiera che, nelle parole del pontefice, “non è sempre fatta di parole, ma è sempre vero incontro”. “Mi piace immaginare” scrive papa Francesco nel volume sulla preghiera “che la preghiera personale e comunitaria di noi cristiani sia il respiro, il battito cardiaco della Chiesa, che infonde la propria forza nel servizio di chi lavora, di chi studia, di chi insegna.”