La prima a rilasciare un commento sull’arresto di Nicosia non poteva che essere l’onorevole di Italia Viva, l’avvocato Giuseppina Occhionero, di cui l’indagato è stato assistente parlamentare e con cui appunto ha visitato diverse carceri: «Quello che si legge nelle intercettazioni è comunque vergognoso e gravissimo. La collaborazione con me, durata solo quattro mesi, era nata in virtù del suo curriculum. Non appena ho avuto modo di rendermi conto che il suo curriculum e i suoi racconti non corrispondevano alla realtà ho interrotto la collaborazione».

A essere coinvolti molto da vicino da questa vicenda sono anche i radicali la cui credibilità e la loro eccezionale attività di monitoraggio delle carceri potrebbero essere minate da questo grave episodio. A Rita Bernardini del Partito Radicale «non piaceva il modo di fare di Nicosia e l’ho scaricato tanti anni fa quando mi chiedeva di entrare in carcere a nome del movimento. Detto questo, più che un messaggero della mafia, mi è sempre sembrato un esaltato, un cretino».

Il segretario Maurizio Turco ha precisato che «il signor Antonello Nicosia non è stato mai iscritto al Partito Radicale». Invece la reazione di Radicali Italiani ( di cui Nicosia è stato membro del comitato nazionale) arriva con i neo eletti vertici - il segretario Massimiliano Iervolino, la tesoriera Giulia Crivellini e il presidente Igor Boni: «Di fronte a quanto apprendiamo dalle notizie di stampa sull’arresto di Antonello Nicosia - che non ricopre attualmente alcuna carica in Radicali Italiani - ribadiamo anzitutto che la presunzione di innocenza vale per tutti e i processi si celebrano nei tribunali, non sui media attraverso le intercettazioni, anche quando hanno un contenuto gravissimo come quelle che sono state diffuse».

Per il ministro Di Maio «uno che considera Messina Denaro il nostro premier e che insulta la memoria di Falcone e Borsellino definendo le stragi del 1992 “un incidente sul lavoro” fa ribrezzo». Dello stesso tono le dichiarazioni di Maria Falcone, sorella del giudice ucciso dalla mafia: «Le parole offensive di questo sedicente difensore dei diritti dei deboli suscitano solo disgusto» e conclude chiedendosi se «alla luce di questa indagine non sia necessario rivedere la legislazione in materia di colloqui e visite con i detenuti al regime carcerario duro».

Anche per i parlamentari del Movimento 5 Stelle della Commissione Antimafia le espressioni di Nicosia sono “inaccettabili”; mentre per l’ex premier Paolo Gentiloni sono “squallide e raccapriccianti”.