Personalmente non ho dubbi che chi ha scritto la mozione per il varo al Senato di una commissione straordinaria per il contrasto dei fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo e istigazione all odio e alla violenza non abbia reso un buon servizio alla ispiratrice della iniziativa, la senatrice a vita Liliana Segre, sopravvissuta al campo di sterminio di Auschwitz, che giustamente ne auspicava una approvazione unanime.
Così non è stato perché il centrodestra si è astenuto e la polemica è divampata immediatamente, né poteva essere altrimenti. «Siamo contro il razzismo, la violenza, l’odio e l’ antisemitismo – ha detto Matteo Salvini – ma non vogliamo bavagli e uno stato di polizia che ci riporti ad Orwell».
«Fratelli d Italia – ha spiegato il senatore Fazzolari – si è astenuta per rispetto della Segre, ma non stiamo parlando di una commissione contro antisemitismo e totalitarismi, che ci avrebbe visti d accordo, ma di una struttura liberticida, in mano alla maggioranza, col potere di censurare idee non gradite…».
Parole di fuoco e toni esasperati, tipici del lessico della opposizione, che non hanno risparmiato nemmeno un tema che si doveva tenere, per rispetto della dignità umana oltre che della senatrice Segre, al riparo della forsennata propaganda.
Se ciò non accaduto non è stato solo per il centrodestra che è giunto, dopo le invettive, ad una più prudente astensione perché consapevole che votare No avrebbe avuto ripercussioni, specie a livello internazionale, tali da mettere in dubbio finanche la sua legittimità democratica. Altro che i saluti romani di Casa Pound…
Se il Senato ha perso la occasione per scrivere una bella pagina è stato anche per la faziosità ( o ignoranza?) di chi ha scritto la mozione e ha messo sullo stesso piano fenomeni complessi quali nazionalismo ed etnocentrismo ed aberrazioni quali razzismo ed antisemitismo. Senza un accenno, per fare un solo esempio, al fanatismo persecutorio e omicida dell’integralismo islamista. Il tutto con la intenzione, nemmeno troppo celata, di attribuire solo alla cultura e alla politica della destra la responsabilità della istigazione all odio e alla violenza.
Il centrodestra è caduto nella trappola, ha scioccamente guardato il dito e non la luna e ora deve difendersi da pesanti accuse. «Una vergogna inaccettabile, una macchia indelebile per la nostra storia parlamentare» ha detto l’onorevole Fiano del Pd. Solo la onorevole Mara Carfagna e pochi altri nel centrodestra hanno compreso l’errore compiuto e purtroppo nessun senatore ha avuto la accortezza di pronunciare poche ma inequivocabili parole. Tipo, in perfetto stile salviniano, ‘… questa commissione è una schifezza ma votiamo a favore perché su certe cose non si scherza!». Ora che la frittata è fatta c’è da sperare che siano ascoltate le sagge parole di Noemi di Segni, presidente della Unione delle Comunità Ebraiche Italiane: «Chi si è astenuto non è esentato dal dovere di partecipare all’impegno della Commissione».
Errore da evitare l’astensione sulla Segre ma anche mischiare nazionalismi e razzismo
Personalmente non ho dubbi che chi ha scritto la mozione per il varo al Senato di una commissione straordinaria per il contrasto dei fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo e istigazione all odio e alla violenza non abbia reso un buon servizio alla ispiratrice della iniziativa, la senatrice a vita Liliana Segre, sopravvissuta al campo di sterminio di Auschwitz, che giustamente ne auspicava una approvazione unanime.
Così non è stato perché il centrodestra si è astenuto e la polemica è divampata immediatamente, né poteva essere altrimenti. «Siamo contro il razzismo, la violenza, l’odio e l’ antisemitismo – ha detto Matteo Salvini – ma non vogliamo bavagli e uno stato di polizia che ci riporti ad Orwell».
«Fratelli d Italia – ha spiegato il senatore Fazzolari – si è astenuta per rispetto della Segre, ma non stiamo parlando di una commissione contro antisemitismo e totalitarismi, che ci avrebbe visti d accordo, ma di una struttura liberticida, in mano alla maggioranza, col potere di censurare idee non gradite…».
Parole di fuoco e toni esasperati, tipici del lessico della opposizione, che non hanno risparmiato nemmeno un tema che si doveva tenere, per rispetto della dignità umana oltre che della senatrice Segre, al riparo della forsennata propaganda.
Se ciò non accaduto non è stato solo per il centrodestra che è giunto, dopo le invettive, ad una più prudente astensione perché consapevole che votare No avrebbe avuto ripercussioni, specie a livello internazionale, tali da mettere in dubbio finanche la sua legittimità democratica. Altro che i saluti romani di Casa Pound…
Se il Senato ha perso la occasione per scrivere una bella pagina è stato anche per la faziosità ( o ignoranza?) di chi ha scritto la mozione e ha messo sullo stesso piano fenomeni complessi quali nazionalismo ed etnocentrismo ed aberrazioni quali razzismo ed antisemitismo. Senza un accenno, per fare un solo esempio, al fanatismo persecutorio e omicida dell’integralismo islamista. Il tutto con la intenzione, nemmeno troppo celata, di attribuire solo alla cultura e alla politica della destra la responsabilità della istigazione all odio e alla violenza.
Il centrodestra è caduto nella trappola, ha scioccamente guardato il dito e non la luna e ora deve difendersi da pesanti accuse. «Una vergogna inaccettabile, una macchia indelebile per la nostra storia parlamentare» ha detto l’onorevole Fiano del Pd. Solo la onorevole Mara Carfagna e pochi altri nel centrodestra hanno compreso l’errore compiuto e purtroppo nessun senatore ha avuto la accortezza di pronunciare poche ma inequivocabili parole. Tipo, in perfetto stile salviniano, ‘… questa commissione è una schifezza ma votiamo a favore perché su certe cose non si scherza!». Ora che la frittata è fatta c’è da sperare che siano ascoltate le sagge parole di Noemi di Segni, presidente della Unione delle Comunità Ebraiche Italiane: «Chi si è astenuto non è esentato dal dovere di partecipare all’impegno della Commissione».
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