Garantire a tutti gli esseri umani l’accesso alle risorse naturali indispensabili per la vita, prima tra tutte l’acqua, e attuare la Risoluzione delle Nazioni Unite sul diritto all’acqua del 28 luglio 2010, n. 64/ 92, in conformità con l’agenda 2030 dell’ONU che fissa la disponibilità idrica per l’alimentazione e l’igiene quale priorità.

È l’appello del “Manifesto di Rabat ” sottoscritto per il C. N. F. dal Consigliere avv. Francesco Caia, coordinatore delle Commissioni Diritti Umani e Rapporti internazionali e Mediterraneo, dall’avv. Mohamed Barigou, Presidente dell’Ordine degli avvocati di Rabat e dall’avv. M. Omar Oudria per l’Associazione nazionale degli Avvocati del Marocco. La sottoscrizione è avvenuta al termine di un convegno internazionale organizzato dall’Ordine degli Avvocati di Rabat dal 23 al 25 ottobre 2019 b sul tema delle migrazioni, aperto dagli interventi dei ministri della Giustizia e di quello per i Diritti umani e dei Rapporti con il Parlamento del Marocco al quale hanno partecipato numerosi avvocati non solo dei diversi ordini del Marocco ma anche delle altre Avvocature del mondo arabo, tra le quali Tunisia, Unione degli avvocati arabi e anche dell’Africa sub sahariana, come la Mauritania.

Hanno preso parte ai lavori anche esponenti di lingua araba dell’Unione internazionale degli avvocati ( UIA) e dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati. Un dibattito molto ricco nel corso del quale la delegazione italiana, della quale ha fatto parte anche l’avv. Roberto Giovene di Girasole, unica rappresentanza europea presente, ha sottolineato il ruolo svolto dall’Italia nel soccorso in mare e nell’accoglienza di un enorme numero dei migranti, e il successivo negativo cambio di politica governativa, rivendicando il ruolo dell’Avvocatura italiana, che denuncia l’attuale difficile situazione dovuta anche al mancato superamento del trattato di Dublino e dall’assenza di una politica unitaria dell’UE sul tema delle migrazioni e sollecita il rispetto dei diritti fondamentali delle persone, primo tra tutti quelli dell’accesso alla fonti di sostentamento primarie ed all’acqua.

Tutti gli intervenuti hanno concordato sull’assoluta inadeguatezza delle legislazioni nazionali nel far fronte a un fenomeno, quale quello migratorio, che quando spontaneo va assolutamente salvaguardato, con l’obiettivo primario di salvare le vite umane in mare, qualsiasi sia il motivo della migrazione. Reprimendo invece l’odioso fenomeno della tratta degli esseri umani, con indagini rigorose che accertino le responsabilità dei trafficanti, senza possibilità di confusione tra questi ultimi e i migranti, cercando soluzioni ai problemi quali guerre, carestie, sfruttamento indiscriminato delle risorse naturali, accaparramento di cibo e acqua, alla base delle migrazioni cosiddette forzate. Un punto sul quale hanno concordato gli avvocati del Marocco sottolineando come anche il loro paese sia non solo transito dei migranti verso l’Europa ma anche un rifugio per tanti che provengono dai Paesi dell’area sub sahariana.

Un impegno forte, in vista dell’Esposizione Universale di Dubai, che si terrà dal 20 ottobre 2020 al 10 aprile 2021, sul tema Connecting minds, creating the future, affinchè il diritto all’acqua sia effettivamente garantito dagli Stati, che devono impegnarsi per assicurare la disponibilità, l’accessibilità, il trattamento dell’acqua, ed a compiere tutte le azioni necessarie alla creazione, nell’ambito delle Nazioni Unite, di un sistema di protezione civile dedicato all’accesso alle fonti idriche, utilizzando tutti gli strumenti giuridici esistenti affinchè il diritto all’acqua venga effettivamente riconosciuto ad ogni essere umano, indipendentemente dallo status giuridico, ed a divulgare l’appello, raccogliendo il maggior numero di adesioni.