Forse non ha grandi probabilità di essere approvata. Ma certo la proposta di legge che punta ad abrogare la “nuova prescrizione” e di cui ieri è iniziato l’esame alla Camera può diventare un fattore di tensione all’interno della stessa maggioranza.

Il testo ha come firmatario il responsabile Giustizia di Forza Italia Enrico Costa, che ieri, in qualità di relatore, ne ha illustrato i contenuti nella Seconda commissione di Montecitorio.

Gli azzurri investono molte aspettative sull’iniziativa, con la capogruppo azzurra Mariastella Gelmini che chiede al Parlamento di «intervenire in modo tempestivo» per cancellare, col sì alla legge Costa, la norma sulla prescrizione approvata a fine 2018, e destinata a entrare in vigore dal 1° gennaio. Secondo lo stesso Costa bisogna «spazzare via il rischio di processi eterni» che scaturisce dallo stop ai termini di estinzione dei reati dopo il primo grado.

«Bonafede aveva differito l’entrata in vigore della legge perché aveva promesso che nel frattempo sarebbe stato approvato un intervento acceleratorio sui tempi dei processi. Nulla è stato proposto né approvato», dichiara il parlamentare, che invita per questo a utilizzare la sua proposta condensata in un unico articolo. Il testo infatti non contiene altro che l’abrogazione della norma sulla prescrizione approvata un anno fa con la “spazza corrotti”.

Se Pd e Italia Viva si lasciassero sedurre dalla tentazione forzista, si scatenerebbe un terremoto. Ma anche senza prefigurare scenari tellurici, non si può affatto escludere che soprattutto i renziani possano agitare lo spauracchio della proposta forzista per spostare gli equilibri nella discussione sulla riforma penale.