Chi avesse modo di leggere la relazione presentata da Gian Domenico Caiazza al suo congresso, al congresso dei penalisti, resterebbe probabilmente colpito da un aggettivo. Compare a proposito delle future battaglie delle Camere penali , che il loro presidente vorrebbe assumessero un carattere, si legge a un certo punto, «transnazionale». Non è una parola che capita per caso: ricorda il nome di un partito e di un leader, Marco Pannella. Il punto è che Caiazza, avvocato di origini salernitane, dall’oratoria tanto efficace quanto rigorosa, di Pannella è stato il difensore. E di Enzo Tortora. E viene da lì, dalla militanza radicale e dall’insegnamento del grande Marco, «che ci manca, eccome se ci manca», anche l’ultima idea che il leader dell’Ucpi lancia sul palco di Taormina: «Una maratona oratoria sull’assurdità della prescrizione». Potrebbe cominciare già domani, «per tutto il giorno e anche di notte» e durare l’intera settimana di astensione dalle udienze che i penalisti italiani osserveranno fino a venerdì prossimo. L’obiettivo è protestare per il paradosso dell’“Imputato per sempre”, conseguenza del “Processo senza prescrizione”: espressioni che sono poi i due titoli del congresso straordinario dell’Unione Camere penali, iniziato venerdì scorso e concluso oggi nel Palazzo dei Congressi di Taormina da un Caiazza convinto ad alzare il livello della mobilitazione.

Cinque giorni contro la disinformazione

Saranno dunque cinque giorni di astensione per «combattere pancia a terra» contro l’ormai imminente entrata in vigore della norma capestro. Dal prossimo 1° gennaio, se prima nella maggioranza non si verificherà un terremoto ormai improbabile, l’estinzione del reato per decorrenza termini viene abolita una volta emessa la sentenza di primo grado, che si tratti di condanna o di assoluzione. Saranno cinque giorni «per combattere contro la giungla della disinformazione» e «del populismo giustizialista, che vive di slogan, della forza violenta della menzogna. È una giungla che ci soffoca», scandisce Caiazza applaudito dagli oltre 800 delegati provenienti da tutta Italia. «Sappiamo capire quando chi ci è avverso sostiene temi seri, ma non possiamo tollerare che si affrontino questi temi senza sapere di cosa si parla».

«Dovranno per forza chiedersi di cosa parliamo da quel palco»

C’è da scalare la montagna del pregiudizio nata sotto la spinta di quella disinformazione. «I rapporti di forza sono impari ma noi abbiamo idee forti e camminiamo sulle nostre idee che sono forti», dice ancora Caiazza. Il presidente dell’Ucpi annuncia quindi l’idea: una vera e propria maratona di oratoria. Proprio come fecero i radicali negli anni Novanta, con comizi «che durarono 24 ore su 24», racconta, «e che mi videro sul palco in piena notte, quasi da solo. Ma è una lotta che va fatta. Pensiamo che centinaia di avvocati si debbano alternare su un palco acceso tutto il giorno e, perché no, anche la notte: sarebbe impossibile non chiedersi di cosa stiamo parlando», osserva Caiazza. Che poi entra nel merito della battaglia contro il “blocca-prescrizione”: «A noi basterà fare conoscere i numeri: dire che in questo Paese c’è la priorità che si fermi la prescrizione in primo grado, quando si cono reati che si prescrivono in 40 anni, è assurdo. Il minimo che ci possiamo chiedere è di cosa stanno parlando, dopo possiamo misurarci a sui contenuti».

Il bilancio: «Un congresso straordinario»

Una iniziativa che prende, appunto, l’esempio dalla maratona oratoria organizzata dai radicali di Marco Pannella tra il ’96 e il ’97: «Ci manca, eccome», dice commosso alla fine del congresso Caiazza, per molti anni il legale di Marco Pannella come di Enzo Tortora, e che ha condotto molte battaglie. È un bellissimo suggello alla tre giorni congressuale, di cui traccia «un bilancio straordinario, di partecipazione formidabile, attenzione, voglia di farsi capire, forza delle idee. Meglio di così...». Ma ancora, sui cinque giorni di astensione aggiunge: «Non dimentichiamo mai in che situazione ci troviamo, è come se fossimo in una giungla ma dobbiamo riuscire ad attraversarla. Siamo a mani nude, sotto una pioggia battente, di comunicazione falsa, di populismo incontenibile. Dobbiamo riuscire a fare scattare una scintilla, perché si accenda un fuoco che ci riscaldi e ci permetta di arrivare a uscire da quella giungla». E ancora, lungo la stessa metafora, Caiazza esorta le centinaia di avvocati che lo ascoltano: «Noi dobbiamo capire, dobbiamo lavorare pancia a terra: bisogna attraversare la giunga buttandoci anche nel fango, cercando di ripararci sotto delle foglie, devi anche ingoiare acqua putrida se necessario».

L’appello: «Una settimana di iniziative a tappeto»

E quindi, «la settimana di astensione ha senso se la riempiamo di iniziative politiche soprattutto territoriali», dice ancora il presidente dell’Unione Camere penali, «sono confortato da quelle che ci saranno in tutta Italia. Perché questo non potrà che dare frutti, abbiamo dalla nostra parte la verità dei dati».

Oggi in conferenza stampa i veri dati sulla prescrizione

Sono quelli dello studio sulle vere cause dell’eccessiva durata dei processi, condotto dall’Ucpi insieme con l’Eurispes, presentato al congresso e di cui domani lo stesso Caiazza illustrerà, in una conferenza stampa prevista per le 15 nella sede dell'Ucpi a Roma, i contenuti più clamorosi. Soprattutto, i dati che smentiscono la leggenda di una prescrizione coltivata dagli avvocati con mille artifizi, e invece originata da tutt’altre cause. Uno dei tanti grovigli in quella «giungla di menzogne» da cui ora i penalisti sono determinati a liberare il Paese.