«Non abbiamo bisogno di fenomeni. Se c’è qualcuno che vuole andare tutti i giorni in televisione o scrivere ogni giorno alla stampa lo faccia pure, però nella consapevolezza che quando ci si siede al tavolo lo si fa correttamente». Musica e parole del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte che ieri, rispondendo a una domanda dei giornalisti sulla lettera di Matteo Renzi al Corriere della Sera, a margine della festa di San Francesco, Patrono d’Italia, in corso ad Assisi, le ha “suonate”, per così dire all’ex premier, tornato protagonista sulla scena politica italiana.

«Voglio chiarire che tutti devono partecipare a questo progetto politico con massimo impegno e determinazione - ha aggiunto il premier - non si rivendicano primati che io non riconosco a nessuno, neppure alle forze politiche che hanno maggiore consistenza numerica». «Quando ci si siede - ha concluso - vale la forza delle proposte e le argomentazioni che vengono portate, non i giudizi sparati su tv o giornali».

La replica a Conte non è arrivata da Renzi ma dal vice capogruppo vicario di Italia Viva alla Camera, Luigi Marattin: «Non condivido la risposta del presidente del consiglio, nel senso che noi ai tavoli ci siamo seduti, ho partecipato io stesso, con le nostre argomentazioni».

«Tutti devono partecipare con massima impegno e determinazione all’azione del governo. Non abbiamo bisogno di fenomeni. Poi se uno vuole andare in tv vada pure, ma si sieda al tavolo. Quando ci si siede vale la forza delle argomentazioni».

Marattin sottolinea di non condividere «questo clima di dramma: nessuno ha criticato una misura su una base ideologica, è solo una questione di idee non sempre coincidenti.

Questa drammatizzazione è dovuta spesso ai mezzi di informazione, ma non vedo questo nervosismo di cui si parla» all’interno del governo.

Ma al fianco del premier “scende” Leu: «In un’alleanza di governo devono prevalere lealtà e rispetto degli altri.

Renzi la smetta di fare il controcanto quotidiano all’operato del presidente del Consiglio e dei ministri, decantando una esperienza di governo, la sua, che gli elettori hanno già sonoramente bocciato».