Niente Ius culturae (la cittadinanza ai ragazzi con genitori stranieri che completano un ciclo di studi in Italia e che sono arrivati entro i 12 anni), si al voto per i sedicenni. Sembrano essere queste le due direzioni almeno al momento prese dal M5s. Sulla prima questione il capo poitico dei grillini fa sapere che «non è urgente» rispetto ad altre priorità come il taglio dei parlamentari, riforma della Giustizia e legge sul conflitto d'interessi. Sul voto ai sedicenni è invece apparso molto più possibilista perche si tratterebbe di una proposta «che portiamo avanti da sempre e che sosteniamo con forza. I giovani in italia vengono definiti, a seconda del momento, choosy, viziati, "gretini": per noi questi giovani vanno soprattutto rispettati, ascoltati e messi al centro della nostra politica. Sono una risorsa preziosa e sono il futuro di un'italia che si informa, che partecipa e che deve essere valorizzata sempre di più» ha scritto su Facebbok. Un pensiero condiviso anche dal premier Conte e da Zingaretti. Ma è indubbio che sulla cittadinanza le differenze con i Dem sono notevoli anche se al Nazareno cominciano ad emergere i dubbiosi come la Sottosegretaria Alessia Morani per la quale si tratterebbe di una legge che non verrebbe capita dall'opinione pubblica. Il provvedimento si sarebbe dovuto ravviare giovedì in Commissione alla Camera ma ora il destino dello Ius Culturae non sembra così certo. Scontata l'opposizione di Fd'I e Lega, è Matteo Renzi che spinge verso l'approvazione anche se i toni non sono quelli ultimativi: «Se ci sono i numeri, e Di Maio ci sta, facciamo lo Ius culturae. Se non ci sono i numeri, perché i Cinque stelle non ci sono, prendiamone atto. Ma non trasformiamolo in un tormentone come è stato fatto dal governo nel 2017, con un tragico errore».