Ha rinunciato al ricorso al Tribunale del Riesame Natale Hjorth, accusato di concorso in omicidio con Lee Elder del vicebrigadiere Cerciello Rega. Natale resta nel carcere di Regina Coeli, dove è seguito dagli psicologi. «Si è ripetuto – spiega al Dubbio l’avvocato Francesco Petrelli - lo stesso scenario per due volte di seguito: sia a ridosso dell’udienza del 6 settembre sia a ridosso di quella di oggi ( ieri, ndr) sono stati depositati dalla Procura atti qualitativamente e quantitativamente assai rilevanti per la posizione di Natale, mettendo oggettivamente la difesa in una condizione di difficoltà. Il nostro assistito è venuto a conoscenza dei nuovi depositi dai giornali e da un telegiornale e non abbiamo potuto confrontarci con lui su questo perché la casa circondariale di Regina Coeli non consente i colloqui nel fine settimana».

La difesa, di cui fa parte anche l’avvocato Alonzi, fa riferimento ai risultati preliminari dell'attività del Ris che ha individuato impronte di Natale sul pannello del controsoffitto della stanza dell'albergo dove alloggiava con Elder e dove è stato nascosto il coltello utilizzato per colpire il carabiniere. «Porrei – continua Petrelli - la questione delle impronte in relazione con la mancanza di tracce biologiche di Natale sul coltello e sull’asciugamano che lo avvolgeva, accertata dal Ris: in quanto tale il dato sembra escludere che l’arma sia stata nascosta dal mio assistito; delle tracce di impronte sul pannello ne parleremo in seguito».

L’avvocato Petrelli prosegue: «difendere un giovane di 18 anni, della cui innocenza io sono convinto oltre ogni ragionevole dubbio, ovviamente pone un problema di coscienza: non esporlo ad un processo che così com’è è diventato uno stillicidio». Inoltre c’è da evidenziare che «i giudici chiamati a controllare il provvedimento non avrebbero potuto contare su alcuna stabilità del materiale probatorio raccolto».

E non ha torto se pensiamo alla cronistoria di questo caso, dalla sfortunata morte del vice brigadiere ad oggi: certezze granitiche si sono disintegrate nel tempo, soprattutto la versione del collega di Cerciello, Andrea Varriale indagato dalla procura militare per violata consegna. E su questo l’avvocato Petrelli è chiaro: «sta venendo fuori che l’intera prova di tipo dichiarativo proveniente dagli operanti si è autoaffondata, per cui la credibilità di tutto coloro che hanno operato in quel contesto mi pare sia uguale a zero, in una operazione piena di ombre. Stiamo parlando di un giovane ( Natale, ndr) che non ha sfiorato neppure con lo sguardo il povero Rega, e questo è un dato di fatto; in questo processo c’è un grosso profilo in diritto e non solo in fatto che dovrà essere coltivato con grande rigore».

Sulle foto di Natale che imbraccia un’arma, Petrelli conclude: «le abbiamo viste sui giornali prima di riceverle in quanto legali. Si tratta di scorciatoie mediatiche inammissibili. Il tutto dovrà essere contestualizzato sotto il profilo sociale e geografico, negli Usa il rapporto con le armi è diverso. Sono elementi che non hanno a che vedere con la responsabilità giuridica»