Il governo più europeista dai tempi di Mario Monti non avrà il voto di Emma Bonino. E non ci sarebbe nulla di male se non fosse che Bonino è la leader di un partito che ha scelto di chiamarsi “+ Europa”.

I bisbigli più maligni che arrivano dal Transatlantico fanno sapere che Emma avrebbe considerato decisamente più europeo un governo con lei alla guida della Farnesina.

Ma come è noto il ministero degli Esteri è finito nelle mani dell’ex vicepremier Di Maio, il quale ha tutta l’intenzione di trasformare la Farnesina in un bunker accessibile solo ai fedelissimi: quelli che fino all’ultimo hanno gridato: “mai col partito di Bibbiano”.

E che ieri hanno accolto con malcelato gelo e distacco la nascita del Conte bis. «La Farnesina non può essere trasformata nel quartier generale di un partito o la sede di un governo ombra», ha tuonato nel suo intervento in Senato Emma Bonino. Ma la storica leader radicale ha criticato anche il programma di Conte, definendolo non solo «enciclopedico» ma un «un libro dei sogni e una fiera delle ovvietà».

«Ottimo e abbondante, avrebbe detto mia mamma, aggiungendo che tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare e per me c’è un oceano».

Risultato: + Europa, - fiducia.