Il presidente del Guatemala, Jimmy Morales, ha decretato lo stato di emergenza in cinque province del paese a seguito dell’uccisione di tre membri della marina militare da parte delle bande di narcotrafficanti, letteralmente scatenate nel paese centroamericano.

La misura, valida per trenta giorni, viene applicata in regioni in cui l’operato di organizzazione dedite al traffico di stupefacenti mettono in pericolo la governabilità del paese, in attività cui sono vincolate «molte persone», ha detto il presidente in conferenza stampa. Lo stato di emergenza porterà di fatto a un sostanziale congelamento ai diritti di riunione e manifestazione, limiti alla mobilità e al porto d’armi, mentre lo Stato si assegna maggiori poteri su arresti e interrogatori dei detenuti.

Il Parlamento ha tre giorni a disposizione per conoscere e ratificare la misura. I tre elementi delle Forze armate sono stati uccisi mentre erano impegnati a seguire le tracce di un volo illegale del narcotraffico, entrato nel paese e precipitato sulla costa occidentale del paese, ha spiegato Morales alla stampa. «Il nostro esercito ha dovuto perseguire aerei carichi di droghe con i camion.

Forse ora si può capire la necessità di dotare il nostro esercito di attrezzature per proteggere il nostro spazio aereo, le nostre acque territoriali e il nostro territorio continentale», ha sottolineato il capo dello Stato. Morales è tornato a denunciare la «asimmetria» dello scontro tra lo Stato e la piovra del narcotraffico, una guerra nella quale tra l’altro «donne e bambini vengono usati come scudi umani per coprire i percorsi clandestini» della droga.