Aveva ragione il direttore artistico della Mostra del cinema di Venezia, Alberto Barbera quando, annunciando il programma, aveva detto che le donne, seppur non numerose in qualità di registe all’interno del concorso, sarebbero state protagoniste alla kermesse. Da Meryl Streep a Julie Andrews, da Haifaa al- Mansour a Scarlett Johansson, fino alle due protagoniste dell’ottavo giorno della Mostra: Chiara Ferragni e la regista Shannon Murphy.

Iniziando con quest’ultima, australiana esordiente alla regia, leggendo le poche righe di sinossi del suo film Babyteeth, si poteva facilmente cadere nel tranello dell’immaginare un sick- lit movie ( film del filone amore teen e malattia terminale) in versione d’autore. Ed è proprio grazie a questo pregiudizio che arriva la sorpresa.

Shannon Murphy porta l’opera teatrale di Rita Kalnejais sul grande schermo e dà vita ad una pellicola che è invece un mix perfetto tra storia d’amore, racconto di formazione e film di famiglia. Milla ( Eliza Scanlen) ha una malattia forse terminale e due genitori sonoramente imperfetti che cercano disperatamente di contenere la paura. Ha ancora un dente di latte ma l’adolescenza la travolge in pieno quando incontra Moses ( Toby Wallace), selvaggio, cacciato di casa, piccolo spacciatore, impulsivo e senza filtri. Moses è uno spiraglio di vita vera, le dedica attenzione e diventa la possibilità di vivere l’amore prima che sia troppo tardi.

Non dà nulla per scontato Shannon Murphy e tiene in un colorato e musicalmente piacevole equilibrio senso dell’umorismo e dolore, ironia e dramma, crescere e morire. Sarà difficile trovare un miglior attore quest’anno alla Mostra perché anche il cast di Baby Teeth, da Eliza Scanlen ( scoperta con la serie Sharp Objects e prossimamente nella parte di Beth nel remake di Piccole Donne diretto da Greta Gerwig) a Toby Wallace, Essie Davis e il più conosciuto e poliedrico Ben Mendelsohn, si unisce alla lista delle grandi performance susseguitesi sul red carpet del Lido.

Ponendo fine alle polemiche, dopo la premiere del settimo giorno, Chiara Ferragni e la sua regista Elisa Amoruso, hanno finalmente incontrato la stampa per parlare di Chiara Ferragni- Unposted, documentario sulla vita dell’influencer di moda più famosa al mondo presentato nella sezione Sconfini della Mostra. Il film indaga il fenomeno Chiara Ferragni, l’imprenditrice, la persona, la figlia, la madre Chiara. Chi è davvero e come si diventa Chiara Ferragni, colei che tiene e ha tenuto testa al mondo dei social che non ha leggi? Chiara Ferragni-

Unposted ha ricevuto critiche ancor prima di essere presentato. Secondo molti critici e appassionati, non era certo la Mostra del Cinema il posto giusto per ospitare un personaggio che con il cinema ha veramente poco a che fare. Non bisogna dimenticare però che Chiara Ferragni è solo la persona sulla quale una regista preparata come Elisa Amoruso ( al suo terzo documentario dopo Fuoristrada e Strane Straniere), ha improntato una ricerca, un documentario biografico. Piaccia o no, la Mostra ha subito il fascino o se non altro, l’attrattiva dell’imprenditrice e la sua storia.

Lo dimostrano le folle scalcianti, composte soprattutto di giovani donne, che per ben due giorni hanno seguito ogni suo passo, photocall, apparizione, red carpet. Per una persona che comunica tutta se stessa attraverso i social, la causa più importante e più vicina da sostenere è sicuramente quella contro il cyberbullismo. Così Chiara Ferragni, mentre si racconta alla stampa, ricorda il suo sostegno a chi la segue: «Mi chiedono in continuazione di sostenere delle cause ma questa è quella più vicina al mio mondo. Da sempre ricevo anche commenti molto negativi. All’inizio avevo molti hater e ce ne ho ancora. Ci sono stata male ma per fortuna ho un carattere forte e sono andata dritta per la mia strada. Adesso è più facile fregarmene delle critiche ma allora no. E quindi penso che sarebbe bello aiutare i ragazzi molto giovani a prendere le cose nella giusta maniera di fronte ai leoni da tastiera».

Chiara Ferragni utilizza Unposted e lo sguardo cinematografico che Elisa Amoruso le ha regalato per rivelare anche le curiosità sulla sua vita privata che tutti i fan bramano, dal suo rapporto con il marito, il rapper Fedez a quello con la madre Marina Di Guardo, a cui si devono i filmini casalinghi che ritraggono una Chiara a 8 anni, intenta già a dialogare con un pubblico immaginario. Tra le critiche al documentario, quella fatta presente a Elisa Amoruso di non aver analizzato a dovere il cambiamento che i social stanno insinuando nella società, dal punto di vista tecnologico e culturale.

La regista ha prontamente ribattuto: «Abbiamo sollevato l’argomento ma era un tema troppo grande per affrontarlo in un documentario nato per svelare la persona che c’è dietro al personaggio». Il fuoco del film è totalmente chiaro nella definizione di Unposted: nel documentario assistiamo a tutto quello che non abbiamo mai visto “postare” da Chiara Ferragni. Lo chiarisce anche l’influencer raccontando la genesi del progetto: «L’idea di un documentario su di me nasceva inizialmente da Netflix ma il loro progetto aveva un approccio che non ci interessava perché andava troppo sul personale. La gente era interessata a sapere del mio personale ma anche del mio lavorativo. E io volevo far capire a tutti che non sono quella che si fa i selfie e basta. Che dietro c’era un lavoro molto più complesso delle foto e dei video. Spero che questo documentario ispiri tante persone che hanno un sogno a crederci, ad impegnarsi per realizzarlo».

Chiara Ferragni- Unposted sarà nelle sale solo il 17, 18 e 19 settembre, subito dopo su Amazon Prime Video e in futuro anche sulla Rai.