L’ultimatum di Luigi Di Maio all’uscita dalle consultazioni con Giuseppe Conte complica il quadro politico. Ma non solo. Immediate le ripercussioni anche sui mercati finanziari. A circa un’ora dalla chiusura il Ftse Mib, positivo per tutta la giornata, perde lo 0,24% e anche lo spread è risalito; a pagate subito il prezzo delle nuove tensioni sono le banche, con Banco Bpm che perde il 3% e giù anche Atlantia. I maggiori indici di Borsa italiana hanno fatto registrare indici negativi, mentre lo spread Btp- Bund è risalito a 175 punti, toccando anche 177, mentre prima delle parole del leader grillino era intorno ai 165 punti base.

Già in mattinata i dati diffusi dall’Istat non erano certamente incoraggianti: il Pil italiano nel secondo trimestre del 2019 è rimasto invariato rispetto ai tre mesi precedenti ed è diminuito dello 0,1% su base annua. L'Istat, ha confermato la crescita zero in termini congiunturali, mentre è stato rivisto al ribasso il dato tendenziale che nelle stime di fine luglio risultava nullo.

Secondo l’istituto di statistica questo dato dimostra che è in corso «una prosecuzione della fase di sostanziale ristagno dell’attività economica iniziata nel secondo trimestre 2018». E «alla stagnazione dell’attività ha corrisposto una battuta d’arresto della dinamica congiunturale dell’input di lavoro: le ore lavorate sono diminuite dello 0,1% e le Ula sono risultate invariate».

Il quadro che emerge dai dati degli ultimi giorni «è indubbiamente preoccupante» secondo l’Ufficio Studi di Confcommercio che, nel commentare i dati Istat sottolinea che «l’economia italiana è sostanzialmente ferma da cinque trimestri e non si intravedono segnali di un concreto miglioramento nel breve periodo».