Questo che ci accingiamo a raccontare è l’epilogo di una vicenda emblematica, la cartina di tornasole di un paese come il nostro dove le opere pubbliche non vengono realizzate nei tempi previsti, per una serie di errori davvero grossolani di progettazione. È una storia che di tragicomico ha ben poco, visto che parliamo dei soldi degli italiani. Lo scenario è Roma, il quartiere Eur dove è stato aperto da qualche settimana l’ultimo cantiere della ” Nuvola”, il centro congressi progettato da Massimiliano Fuksas, costato ben trecento sessanta milioni di euro alla collettività.

Conti alla mano, è l’opera pubblica più costosa mai realizzata nella capitale dal dopoguerra e anche tra le più contestate. Dal mese di maggio del 2017 questo grande edificio in vetro e acciaio, inaugurato in pompa magna dal Governo Renzi, è rimasto transennato, chiuso ai pedoni per una ” svista” in fase di inizio lavori, che ha fatto sì che l’intero complesso sorgesse spostato di 3 metri rispetto al progetto originario, irrompendo su viale Europa, divorando parte della carreggiata e frapponendosi nella prospettiva a linee rette che domina il quartiere razionalista della Capitale.

I lavori si erano fermati da quando fu rivelato l’errore, come aveva denunciato per primo Il Dubbio.

Ebbene, la notizia di questi giorni è l’apertura del cantiere per l’allineamento dell’asse stradale del viale e il ripristino dei marciapiedi e dei filari di tigli. Quattro mesi di lavori per un costo di 362.188,85 euro e 21.954,85 di oneri per la sicurezza. Altri soldi pubblici, che per carità rappresentano pur sempre un bene per le aziende, per i lavoratori e per l’economia del paese. Ma qual è la soluzione all’italiana che i solerti amministratori comunali, Condotte Spa ed i progettisti della ” Nuvola” hanno trovato?

“Il marciapiede sarà di 2,20 metri, superiore ai minimi di legge per l’area che stabiliscono un’ampiezza minima di due metri”, ha spiegato Giorgio Grimaldi, il responsabile del cantiere. “I tigli, che ora si trovano praticamente in mezzo alla strada, verranno spostati dentro alle aiuole che separano il marciapiede dall’esterno dell’hotel congressuale la Lama: si trasformeranno in vasche di contenimento per gli alberi, con un muro che ne seguirà il profilo e che per un’area di circa 30 metri diverrà una parete verde”.

La carreggiata di viale Europa sarà, dunque, leggermente ridotta ( come dimostra la disposizione anche dei pali della luce) ma è stata “salvata”, a meno di sorprese finali, la visuale prospettica dell’Archivio centrale di Stato fino alla Basilica di San Pietro e Paolo.

Insomma, ha prevalso il buon senso, e non la farneticante proposta del progettista della Nuvola, Fuksas che due anni fa, dopo la scoperta dell’errore, aveva candidamente dichiarato: “Secondo me l’unica cosa da fare a questo punto è ridurre la sezione di viale Europa, diminuire le auto e ampliare l’area pedonale”. Sarebbe stata una follia. Come spostare l’asse di via dei Condotti rispetto a Trinità dei monti, via della Conciliazione rispetto alla basilica di San Pietro. Un colpo allo stomaco che avrebbe davvero fatto rivoltare nella tomba il povero Marcello Piacentini, l’ideologo del “monumentalismo”.