Agosto è uno dei mesi più difficili per le persone ristrette nelle patrie galere, ma anche per chi vi opera. Non solo per il caldo, ma anche per il fatto che fuori le persone sono più distratte dalle vacanze e l’indifferenza per chi vive recluso, sicuramente è maggiore. Per questo motivo, e non solo, il Partito Radicale, dal 15 al 18 agosto, ha organizzato le visite nelle carceri di tutta Italia. Siamo alla terza edizione straordinaria del ferragosto in carcere, visite che saranno effettuate assieme all’Unione delle camere penali, i garanti locali e regionali dei detenuti e soprattutto i parlamentari.

Un mese particolare, ma anche un anno particolarmente duro visto l’oggettivo aumento della popolazione carceraria, con vette altissime di sovraffollamento. Le carceri sono diventate così un luogo esclusivamente di pena, allontanandosi dalla funzione dettata dalla costituzione italiana secondo il quale le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità.

Non a caso l’articolo 27 parla al plurale, senza nominare la parola carcere. Sì, perché teoricamente il carcere non è l’unico luogo per poter scontare la pena, ma dovrebbe essere l’extrema ratio. Un orientamento condiviso anche dagli organi sovranazionali che si occupano dei diritti umani. Ma il contesto storico politico attuale, con la retorica della cosiddetta “certezza della pena”, favorisce l’idea carcerocentrica della società. Eppure la questione sollevata dal Partito Radicale è la certezza del diritto. Questione messa di nuovo al centro dell’attenzione con le visite di ferragosto.

«Finora hanno aderito quasi 300 persone – spiega a Il Dubbio, Irene Testa, la tesoriera del Partito Radicale -, numero significativo nonostante il periodo estivo». La tesoriera, la quale è tra gli organizzatori della mobilitazione, sottolinea il fatto che alle visite hanno partecipato un numero significativo di avvocati. «Importante la loro presenza, perché tanti detenuti hanno molte domande da fare e gli avvocati hanno la possibilità di potergli rispondere». Irene Testa spiega che, finora, le visite riguardano quasi tutte le regioni d’Italia e in alcune la copertura è enorme. Basti pensare infatti che nella sola Campania sono nove gli istituti penitenziari che saranno visitati. Il Partito Radicale ha invitato, tramite una lettera, tutti i parlamentari ad aderire alla visita.

«Nonostante la crisi di governo attuale, dove i pensieri dei parlamentari sono ovviamente rivolti altrove – spiega sempre Irene Testa –, un buon numero ha risposto affermativamente. L’adesione è trasversale, compreso alcuni deputati della Lega. Ma devo far notare – sottolinea la radicale -, che almeno finora i parlamentari del movimento cinque stelle non sono pervenuti». Ma perché è così importante la presenza dei parlamentari? «È fondamentalissima – spiega Irene Testa -, perché sono loro che hanno la possibilità di portare in parlamento la questione penitenziaria tramite interrogazioni parlamentari e proposte di legge». La tesoriera racconta come nel passato, grazie alle visite di ferragosto, diversi parlamentari hanno potuto toccare con mano il disagio nel quale riversano i detenuti. «Tanti che avevano idee opposte alle nostre – osserva sempre la radicale -, alla fine hanno acquisito comunque una sensibilità al tema che prima non avevano».

Non è una passerella, ci tiene a specificare Irene Testa. «Si va in carcere innanzitutto per far vedere ai parlamentari come vivono i detenuti, perché un conto è sentirlo dire, altro è vedere con i propri occhi. Così come è significativa la partecipazione nel periodo estivo dove i detenuti sono ancora più soli e il ponte con il mondo esterno è quasi del tutto assente». Nell’occasione, Rita Bernardini, membra storica del Partito Radicale, ha preparato dei vademecum per indicare delle linee guida su come si effettuano le visite alle carceri, comprese le domande da fare ai detenuti e in quali sezioni recarsi.